Migranti, Ong contro l’UE: “In mare ogni essere umano deve essere salvato”

Dopo la gestione del naufragio dello yacht di lusso Bayesian, le Ong internazionali si sono rivolte all’Unione europea: “Ogni morto nel Mediterraneo ha lo stesso valore”
3 mesi fa
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Sbarco minore non accompagnato (Michele Amoruso/IPA/Fotogramma)
Sbarco minore non accompagnato (Michele Amoruso/IPA/Fotogramma)

Ogni essere umano deve essere salvato. Questo è l’appello che le Ong hanno rivolto all’Unione europea dopo il comportamento che media e autorità hanno avuto nei confronti del naufragio dello yacht di lusso Bayesian.

“I super ricchi vanno in vacanza e si trovano in pericolo in mare: ma in pochi minuti le operazioni di salvataggio entrano nel vivo – scrive la Ong Sea Watch su Instagram -. Ieri abbiamo assistito allo sgonfiamento e all’inizio dell’affondamento di un gommone con 43 persone a bordo. 12 persone erano in acqua da ore, probabilmente per ridurre il peso e proteggere i quattro bambini a bordo. La sera prima avevamo già informato le autorità delle persone in difficoltà. Senza successo. Alla fine, la nave della Ong tedesca Resqship ha raggiunto la barca appena in tempo ed è riuscita a salvare tutti. Non vi è stato alcun tentativo di salvataggio da parte delle autorità”.

Yacht Bayesian
Yacht Bayesian (Antonio Melita/Pacific Press/Shutterstock/IPA/Fotogramma)

Per le Ong la colpa è il “doppio standard” dell’UE

In Italia diremmo “due pesi, due misure”, le Ong internazionali l’hanno definito “il doppio standard europeo”. Parliamo del peso che, secondo loro, l’Unione europea e gli Stati membri darebbero, evidentemente diverso, al salvataggio dei migranti in mare, rispetto a quello di altre persone.

I gruppi non governativi hanno parlato al Guardian specificando di essere dispiaciuti e hanno espresso le loro condoglianze per la morte di sette persone dopo che l’imbarcazione di lusso è stata colpita da violente tempeste al largo delle coste italiane: “Per noi, ogni morte nel Mediterraneo è una di troppo, indipendentemente dalla provenienza o dal reddito”, ha affermato l’organizzazione umanitaria tedesca Sea-Eye.

 
 
 
 
 
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La tragedia di Porticello: lo yacht di lusso Bayesian

Il riferimento va alle operazioni di sicurezza messe in atto in quella che è stata definita la “tragedia di Porticello”, località balneare della provincia di Palermo, in cui lo scorso 19 agosto è affondato il mega-yacht Bayesian. Il relitto di una delle più grandi barche a vela al mondo, il cui affondamento ha scioccato l’Italia intera, ha alzato anche alcune perplessità.

Sommozzatori speleologi specializzati si sono alternati in immersioni da turni di 12 minuti e sono stati assistiti da un veicolo sottomarino telecomandato. E mentre il Bayesian ha ricevuto aiuto nel giro di pochi minuti dall’allerta delle autorità, gli sforzi delle Ong per salvare vite umane le hanno talvolta portate ad affrontare lunghe battaglie legali, crescenti intimidazioni e minacce.

“Non è sbagliato intervenire per salvare ricchi a bordo di yacht o turisti; ciò che è sbagliato è non applicare queste strategie di salvataggio anche per salvare migranti in difficoltà”, ha affermato Luca Casarini, uno dei fondatori della Ong Mediterranea Saving Humans.

Yacht Lusso Fg 1
 Yacht Bayesian (Antonio Melita/Pacific Press/Shutterstock/Ipa/Fotogramma)

Migrazioni in Italia e Europa

Negli ultimi sei mesi, l’Italia ha registrato un significativo calo degli sbarchi di migranti via mare rispetto agli anni precedenti. Tra gennaio e giugno 2024, secondo i dati del Ministero dell’Interno, sono arrivati sulle coste italiane circa 25.345 migranti, segnando una diminuzione del 60% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando erano stati oltre 62.000. Questo calo è attribuito a una combinazione di fattori, tra cui un’intensificazione dei controlli sulle rotte migratorie e accordi bilaterali con i paesi di origine e transito. Oltre 1.000 migranti pare abbiano perso la vita nel Mediterraneo centrale mentre tentavano di raggiungere l’Italia via mare. Di questi, un numero cospicuo è rappresentato da minori non accompagnati.

E per quanto riguarda l’Unione europea nel totale, negli ultimi sei mesi, circa 250.000 migranti sono arrivati attraverso varie rotte, sia terrestri che marittime. Questa cifra rappresenta un aumento significativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento notevole soprattutto lungo le rotte del Mediterraneo centrale.

L’Italia, la Spagna, la Francia e la Germania sono stati i principali Paesi di destinazione.

Per quanto riguarda i minori, nei primi sei mesi del 2023, oltre 31.000 minori non accompagnati sono arrivati in Europa, provenienti principalmente da paesi come Afghanistan, Siria e Somalia.

Matteo Salvini Ospite Della Trasmissione Porta A Porta
Matteo Salvini ospite della trasmissione Porta a Porta sullo sfondo uno sbarco di immigrati (Stefano Carofei/IPA/Fotogramma)

Il soccorso è un obbligo?

Ma uno Stato può decidere di non salvare una barca con migranti? La risposta è “No” (o quasi).

Il diritto internazionale, in particolare la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) del 1982 e la Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS) del 1974, prevedono l’obbligo di soccorso e di sbarco in un “porto sicuro”, indipendentemente “dalla loro nazionalità o status legale”. Principio, quest’ultimo, fondamentale e vincolante.

Ci sono stati, però, diversi episodi recenti in cui l’Italia ha affrontato controversie politiche e legali a causa del suo approccio alla gestione dei migranti in mare:

Operazione Mare Nostrum (2013-2014): dopo il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, che aveva causato la morte di circa 360 migranti, l’Italia avviò l’Operazione Mare Nostrum, una missione umanitaria per salvare i migranti in mare. Mare Nostrum fu successivamente sostituita da Frontex Plus (e poi Triton), un’operazione dell’Unione Europea con una portata più limitata e un mandato focalizzato principalmente sul controllo delle frontiere piuttosto che sul soccorso. Questo cambiamento fu criticato da molte Ong e da alcuni Stati membri per aver ridotto significativamente l’operazione di salvataggio.
Decreti Sicurezza di Matteo Salvini (2018-2019): durante il governo di Giuseppe Conte con Ministro dell’Interno Matteo Salvini, furono introdotti i Decreti Sicurezza, che includevano misure restrittive sui salvataggi e sull’accoglienza dei migranti. Le navi delle Ong furono spesso bloccate nei porti italiani o costrette ad attendere lunghe trattative per ottenere un porto sicuro. Questi decreti portarono a numerosi scontri diplomatici e legali con l’Unione Europea e con altre organizzazioni internazionali. Le Ong accusarono l’Italia di violare il diritto internazionale e i diritti umani, mentre l’Unione Europea avviò discussioni per cercare soluzioni più equilibrate e coordinate.
Blocco delle navi delle Ong (2020-2021): nei mesi successivi, sotto il governo di Mario Draghi, ci furono periodi in cui le navi delle Ong furono bloccate nei porti italiani o non autorizzate a sbarcare i migranti salvati in mare. Questi blocchi furono altrettanto criticati da diverse organizzazioni internazionali e dall’ONU, che sostenevano che l’Italia stava violando obblighi internazionali di soccorso. Inoltre, l’Unione Europea e diversi Stati membri hanno espresso preoccupazioni circa la gestione delle operazioni di soccorso e il rispetto dei diritti umani.
Caso Open Arms (2019): è uno dei più famosi è recenti. La nave Open Arms rimase bloccata per giorni nel Mediterraneo con oltre 100 migranti a bordo, dopo essere stata rifiutata da diversi Stati europei. Questo caso generò una forte reazione internazionale e suscitò dibattiti sul diritto di soccorso e sulla responsabilità condivisa tra Stati membri dell’UE. Il governo italiano fu criticato per non aver fornito un porto sicuro e per le sue politiche di chiusura dei porti.

“Il mare nostrum, luogo di comunicazione fra popoli e civiltà, è diventato un cimitero. E la tragedia è che molti, la maggior parte di questi morti, potevano essere salvati. Bisogna dirlo con chiarezza: c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave”. Lo ha denunciato anche Papa Francesco all’udienza generale, addolorandosi per la tanta “crudeltà” nei confronti dei migranti.