Il 7 ottobre dello scorso anno il mondo si è svegliato con immagini terrificanti. A ricordarlo è stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Lo scorso anno, infatti, intorno alle 6:30 del mattino, Hamas, attraverso un comunicato da parte del comandante Mohammed Deif ha annunciato l’inizio dell’Operazione Alluvione Al-Aqsa, lanciando un massiccio attacco missilistico con oltre 5000 razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele. Erano 1.500 gli uomini di Hamas che hanno messo in atto il massacro nei villaggi del Sud. Il bilancio? Circa 1.400 le persone uccise, più di 250 quelle rapite.
E per Ursula von der Leyen, né quell’attacco, né la reazione di Israele, e l’escalation di violenza che ne è derivata, sono giustificabili.
Ursula von der Leyen: “Non c’è giustificazione”
“Non può esserci alcuna giustificazione per gli atti di terrore di Hamas – ha scritto in una nota Ursula von der Leyen -. Condanno ancora una volta, e nei termini più forti possibili, quegli attacchi barbarici.
Hanno portato immense sofferenze non solo al popolo di Israele, ma anche ai palestinesi innocenti. In questo tragico anniversario, voglio onorare la memoria delle vittime. L’Unione Europea è al fianco di tutte le persone innocenti le cui vite sono state distrutte fino al midollo da quel giorno fatidico”.
Ribadiamo il nostro appello per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e per la fine del conflitto. Sosteniamo gli sforzi diplomatici in corso per raggiungere un accordo globale”.
Un anno dopo, la situazione umanitaria a Gaza è spaventosa. “L’Unione Europea continuerà a fare del suo meglio per mobilitare assistenza finanziaria e facilitare le consegne e la distribuzione di aiuti umanitari al popolo palestinese, e ora anche in Libano. Gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele hanno innescato una spirale di violenza che ha portato l’intera regione a uno stato di estrema tensione e volatilità – ha aggiunto la presidente -. Tutte le parti devono agire responsabilmente, con moderazione, e impegnarsi per ridurre le tensioni attuali. Mentre affrontiamo la crisi immediata, l’Unione Europea è pronta ad aiutare a prepararsi per il giorno dopo”.
In tutto il mondo quelle immagini hanno spaventato milioni di persone. Oggi, infatti, diverse sono le iniziative di commemorazione delle vittime di quel 7 ottobre dove tutto è iniziato. “Lavoreremo a sostegno di tutti gli sforzi per creare le condizioni per una pace duratura, che porti a una soluzione a due stati, dove Israele e Palestina coesistano fianco a fianco in pace, con sicurezza per entrambi. È l’unica via percorribile per porre finalmente fine alle sofferenze. Oggi i nostri cuori sono anche con le comunità ebraiche di tutto il mondo”.
La paura della presidente della Commissione è che gli episodi di antisemitismo “stanno nuovamente aumentando drasticamente. Dobbiamo combattere collettivamente questo male ovunque si diffonda, anche online. Continueremo a implementare e aggiornare, se necessario, la nostra Strategia per combattere l’antisemitismo e promuovere la vita ebraica. Dedicherò più risorse a questo obiettivo. Tutti dovrebbero essere liberi di professare la propria fede nella nostra Unione. Siamo orgogliosi della nostra diversità. Dobbiamo proteggerla a tutti i costi”.
Dal 7 ottobre 2023 ad oggi
In risposta all’attacco di Hamas dell’ottobre 2023, Israele ha dichiarato lo stato di emergenza e ha iniziato a bombardare Gaza. Gli attacchi aerei mirano a strutture militari di Hamas, ma colpiscono anche aree civili, causando un alto numero di vittime tra i palestinesi.
Le tensioni si sono così pian piano intensificate coinvolgendo anche il Libano, dove Hezbollah ha iniziato a lanciare razzi verso Israele, rispondendo a quelle che considera aggressioni israeliane. Israele risponde con bombardamenti su postazioni di Hezbollah.
La conseguenza è una situazione a Gaza che peggiora drasticamente, con ospedali sovraffollati e scorte di cibo e acqua che scarseggiano. Le organizzazioni umanitarie avvertono di una crisi umanitaria preoccupante, con migliaia di sfollati.
Le comunità internazionali hanno espresso preoccupazione per l’escalation della violenza. Le Nazioni Unite e vari Paesi cercano costantemente di mediare per una cessazione delle ostilità, ma gli sforzi fino ad ora non hanno portato a risultati concreti. Durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Unga), i leader mondiali hanno espresso opinioni diverse riguardo al conflitto tra Hamas e Israele.
I rappresentanti palestinesi hanno condannato le azioni militari israeliane a Gaza, chiedendo un immediato cessate il fuoco e maggiore supporto per la popolazione civile palestinese. Hanno sottolineato l’urgenza di affrontare la crisi umanitaria e la necessità di una soluzione duratura al conflitto.
D’altra parte, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha giustificato le azioni militari come necessarie per la sicurezza del suo Paese, denunciando il terrorismo di Hamas e chiedendo il sostegno internazionale contro le minacce terroristiche.