Dal Vaticano a Palazzo Chigi: Vance ridefinisce i rapporti tra Stati Uniti ed Europa

Il vicepresidente Usa J.D. Vance incontra Papa Leone XIV e partecipa al trilaterale con Meloni e von der Leyen: Washington punta a rafforzare i legami con l’Europa
7 ore fa
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Roma, Papa Leone XIV riceve il vicepresidente Usa J.d. Vance (Alessia Giuliani/Ipa)
Roma, Papa Leone XIV riceve il vicepresidente Usa J.d. Vance (Alessia Giuliani/Ipa)

Si è conclusa nelle scorse ore l’udienza tra il vicepresidente americano J.D. Vance e Papa Leone XIV in Vaticano. Un momento cruciale per la diplomazia statunitense, che tenta di riallacciare i rapporti con la Santa Sede dopo anni di attriti con Papa Francesco.

La presenza di Vance in Vaticano non è casuale. Dopo la morte di Papa Francesco, il nuovo pontefice, il primo americano della storia, ha posto la pace al centro della sua visione, un obiettivo che risuona con le recenti iniziative statunitensi: la mediazione per il cessate il fuoco tra Hamas e Israele e gli sforzi dell’amministrazione Trump per porre fine alla guerra in Ucraina. Tuttavia, il divario sulle politiche migratorie e la giustizia sociale resta profondo, con il Vaticano che continua a criticare le misure restrittive americane.

L’incontro tra il nuovo Papa e il vice di Donald Trump, inoltre, arriva a seguito del trilaterale di ieri, 18 maggio, con protagonisti il vice di Trump, la premier italiana Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Un incontro, quello di ieri, che fa da apripista ad una nuova linea che potrebbe condurre gli Stati Uniti sempre più vicini all’Unione europea. Un “dialogo costruttivo” che ha intenti ben chiari: riposizionare gli Stati membri in una condizione di parità agli Stati Uniti.

Il trilaterale tra Vance, Meloni e von der Leyen

Nella giornata di ieri, infatti, Roma è stata altrettanto teatro di un incontro di alto livello tra Vance, la premier italiana Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, a Palazzo Chigi. La diplomazia italiana ha giocato un ruolo chiave, cercando di ridurre le tensioni commerciali tra Usa e Ue e rafforzare la cooperazione in difesa e sicurezza.

Meloni ha definito il trilaterale “un confronto costruttivo”. Le relazioni economiche tra Usa e Ue “valgono il 30% dell’intercambio mondiale“, ha ricordato la premier, rivendicando il ruolo dell’Italia come facilitatore di un dialogo “franco e aperto”.

Il vicepresidente statunitense Vance ha riconosciuto il ruolo dell’Italia come ponte strategico tra le due sponde dell’Atlantico: “Ho detto più volte che penso che l’Europa è un importante alleato degli Stati Uniti, i singoli Stati europei sono importanti alleati degli Stati Uniti, ovviamente abbiamo alcuni disaccordi come succede tra amici”, ma ci sono “molte cose su cui andiamo d’accordo e molte cose su cui possiamo lavorare insieme”. E con ottimismo ha affermato che “sarà l’inizio di un negoziato commerciale a lungo termine“.

Ursula von der Leyen, dal canto suo, ha commentato su X: “Sono stata felice di incontrare di nuovo il vicepresidente J.D. Vance, molto grata a Giorgia Meloni per aver ospitato questo importante incontro. Era necessario. Ed è stato positivo. Effettivamente abbiamo trovato molto terreno comune, come è naturale tra forti alleati come noi”.

Il tema della difesa resta il punto principale del dibattito europeo: “Sappiamo cosa significhi un’Europa forte, e anche una Nato forte – ha aggiunto von der Leyen -. Quindi, faremo certamente il punto della situazione al vertice Nato” in programma a L’Aia il mese prossimo.

Tensioni in Europa

Il trilaterale, però, non è stato esente da critiche. La visita di Vance a Roma è stata tutt’altro che ordinaria: dal Vaticano a Palazzo Chigi, il vicepresidente americano ha rafforzato legami strategici e ridefinito priorità geopolitiche. E il plauso internazionale è stato rivolto all’Italia che si è confermata attrice centrale nella diplomazia occidentale, mentre gli Stati Uniti cercano di ricostruire relazioni chiave in un contesto globale in rapida evoluzione.

Ma qualcuno ha manifestato il proprio malcontento. C’è chi ancora non ha dimenticato, con tale velocità, le polemiche interne esplose dopo l’assenza della premier al summit dei “volenterosi” tenutosi venerdì scorso a Tirana, cui hanno preso parte anche Volodymyr Zelensky e Donald Trump (collegato da remoto).

Un’assenza che ha alimentato nuove tensioni tra Roma e Parigi, nello specifico, dopo le parole taglienti del presidente francese Emmanuel Macron, che aveva definito “fake news” le dichiarazioni di Meloni sull’ipotesi di invio di truppe europee in Ucraina.

La visita di Vance non è stata solo un’operazione di diplomazia, ma un chiaro segnale che il rapporto tra Stati Uniti e Europa è in fase di ridefinizione. Il futuro dipenderà da quanto questi attori riusciranno a trasformare le promesse in azioni concrete in un contesto che sembra essere sempre più frammentato.