Zelensky ha riconosciuto l’impossibilità di “riconquistare il Donbass e la Crimea”

Il presidente ucraino non si era mai espresso in questi termini. Intanto, su X condivide un video shock: "I russi bruciano i volti dei nordcoreani uccisi"
2 settimane fa
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Volodymyr Zelensky
Il presidente ucraino Zelensky nella regione ucraina di Volinia

Nelle ultime settimane si moltiplicano gli indizi che portano alla fine della guerra in Ucraina. Da che parte penderà il verdetto, ancora non si può dire. Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riconosciuto che le sue forze armate non sono più in grado di riprendersi il Donbass e la Crimea (di fatto caduta in mano russa già da dieci anni).

L’ammissione di Zelensky e i piani di Putin

“Di fatto questi territori sono ora controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative”, ha detto Zelensky in un’intervista a Le Parisien, ripresa da Rbc Ukraina.

Intanto, i russi continuano ad avanzare sul campo: “I nostri soldati ogni giorno conquistano chilometri quadrati, non si tratta di avanzamenti per centinaia di metri. Ci stiamo avvicinando agli obiettivi primari fissati all’inizio dell’operazione speciale. Stiamo avanzando […] le capacità delle nostre forze armate aumentano”, ha detto il presidente russo nella conferenza stampa di fine anno.

Putin risponde indirettamente all’Ucraina, secondo cui la nuova arma sarebbe un bluff: “Con il missile Oreshnik abbiamo fatto un passo avanti. L’Occidente crede che possa essere intercettato e distrutto: non c’è possibilità di farlo. Anche se un sistema antimissile venisse dispiegato in Polonia, non potrebbe intercettare l’Oreshnik. Possono designare un obiettivo a Kiev, e vedere se riescono ad abbattere l’Oreshnik, vorremmo veramente fare questo esperimento, sarebbe utile per noi e per gli americani…”, chiosa il presidente russo che nelle ultime ore si è detto “pronto a parlare con Trump“.

Le truppe nordcoreane e il video shock di Zelensky su X

A poche ore di distanza dall’ammissione su Donbass e Crimea, Zelensky ha condiviso su X una minaccia shock nei confronti di Mosca e di Pyongyang: “Anche dopo anni di guerra quando pensavamo che i russi non potessero essere più cinici, vediamo qualcosa di ancora peggiore. La Russia non solo invia le truppe nordcoreane per assaltare le posizioni ucraine ma cerca anche di nascondere le perdite bruciando i volti dei soldati nordcoreani uccisi in battaglia. Questa follia va fermata!”, ha scritto il presidente ucraino postando un video in cui si vedono truppe nordcoreane, con uniformi diverse da quelle dei russi, uccise al fronte.

Gli Stati Uniti fanno sapere che sarebbero “diverse centinaia” i soldati nordcoreani morti o feriti nella regione russa di Kursk nei combattimenti contro le truppe ucraine, su almeno 10.000 militari dispiegati nella zona dall’inizio di agosto.

Un’unità ucraina, riportata dalla Cnn, ha affermato che i nordcoreani hanno lanciato attacchi di fanteria usando “le stesse tattiche di 70 anni fa”. La fonte evidenzia l’inesperienza delle truppe di Pyongyang mandate nella regione di Kursk come carne da macello, aggiungendo che probabilmente le perdite già subite includono “tutti i ranghi”, compresi i leader dei nodi di comando e controllo.

Pochi giorni fa, un comandante di un’unità di droni ucraina dispiegata nel Kursk aveva riferito che i nordcoreani avanzano nei campi, ma “non capiscono cosa sta succedendo“. Boxer, questo il suo nome in codice, ha spiegato quanto sia facile per i suoi uomini colpire queste truppe: “Siamo rimasti molto sorpresi, non avevamo mai visto niente del genere: 40-50 persone che correvano attraverso un campo. Si tratta di un bersaglio perfetto per l’artiglieria e gli operatori dei Mavic (droni, ndr)”.

Proprio in queste ore, si sta tenendo i ministri Ue sono riuniti nel primo Consiglio dell’era Costa. Come avviene da due anni e mezzo, il summit sarà anche l’occasione per discutere della guerra in Ucraina e di come supportare Kiev. Intanto, l’esercito russo avanza e per la prima volta il presidente del Paese aggredito riconosce l’impossibilità di riconquistare tutti i territori occupati.

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