La Francia si appresta a ospitare un evento di grande rilevanza internazionale: il Vertice per l’Azione sull’Intelligenza Artificiale, che si terrà il 10 e 11 febbraio 2025, un crocevia geopolitico che riflette l’evoluzione delle dinamiche di potere globali in un’era di trasformazione digitale. La decisione di ospitare il summit a Parigi, a oltre un anno di distanza dal vertice di Bletchley Park del 2023, non è solo una scelta logistica, ma una mossa simbolica che evidenzia il ruolo della Francia come attore chiave nel dibattito sulla governance dell’IA.
In un contesto globale in cui l’intelligenza artificiale si profila come terreno di confronto tra potenze, questo summit si inserisce in un quadro di competizione strategica tra Stati Uniti, Cina e Unione Europea. Nonostante il ritardo apparente nella preparazione di questo evento, dovuto anche all’instabilità politica che ha caratterizzato il Paese, la Francia vuole riaffermare la sua centralità nel guidare un discorso su una governance globale dell’IA che non sia solo tecnica, ma profondamente politica. La posta in gioco è alta: chi riuscirà a definire gli standard di sviluppo e utilizzo di queste tecnologie avrà una posizione di vantaggio nella ridefinizione delle regole del potere internazionale.
L’IA come strumento di potere
Il summit francese, che segue le pietre miliari di Bletchley Park e Seul, si propone di andare oltre la discussione su innovazione e tecnologia, concentrandosi su questioni geopolitiche di ampio respiro. Le tecnologie di intelligenza artificiale non sono più limitate a settori specifici: stanno trasformando interi modelli economici e sociali, con implicazioni dirette per la sicurezza nazionale, la governance e l’equilibrio delle forze mondiali.
La decisione di inserire un focus sull’IA al servizio dell’interesse generale rispecchia la necessità di creare un modello che bilanci l’efficienza tecnologica con la distribuzione equa del potere. Paesi come la Cina e gli Stati Uniti dominano già questo spazio, e la Francia vuole posizionarsi come la voce che difende una gestione democratica dell’IA, facendo eco alle tradizioni repubblicane francesi. Le discussioni su accesso equo alle risorse computazionali, inclusività e modelli di governance aperti non sono semplici scelte tematiche: rappresentano un tentativo di evitare la monopolizzazione dell’IA e di creare un sistema che non alimenti ulteriormente le disuguaglianze globali.
Il futuro del lavoro
Uno dei temi più attesi del summit sarà l’impatto dell’IA sul lavoro, non solo come questione tecnologica, ma come sfida sociale ed economica. Il vertice intende affrontare l’effetto disgregativo che l’automazione e l’IA avranno su mercati del lavoro già frammentati. In un mondo in cui la disparità tra chi possiede competenze digitali avanzate e chi ne è privo rischia di amplificare le tensioni sociali, il summit offrirà una piattaforma per discutere le strategie necessarie per evitare che l’IA crei nuove sacche di povertà e instabilità.
Il tema del futuro del lavoro non riguarda solo la formazione di nuove competenze: è un punto di rottura che potrebbe ridefinire interi settori industriali. In un contesto internazionale in cui la manodopera a basso costo è stata a lungo una delle leve di potere per paesi emergenti, l’adozione su larga scala dell’IA rischia di ridurre questo vantaggio competitivo, rimescolando le carte della geopolitica economica.
Innovazione e cultura
La rapidità con cui l’IA sta cambiando i paradigmi culturali e creativi sarà un altro tema critico del vertice. Se da un lato l’IA promette di accelerare la creazione di contenuti e democratizzare l’accesso alla cultura, dall’altro minaccia i modelli tradizionali di remunerazione e la protezione della proprietà intellettuale. Il summit, che coinvolgerà artisti, creatori e istituzioni culturali, affronterà una delle questioni più controverse del nostro tempo: come mantenere l’innovazione senza sacrificare l’identità culturale e la diversità?
La Francia vuole posizionarsi come difensore della diversità linguistica e culturale nell’era digitale. In un mondo dove i modelli linguistici avanzati rischiano di appiattire le specificità locali in favore di un’omogeneizzazione globale, Parigi intende promuovere un modello di sviluppo dell’IA che preservi il pluralismo. Questa è una sfida eminentemente geopolitica, poiché tocca i nodi dell’egemonia culturale e del soft power.
La fiducia nell’IA
Uno dei temi più delicati sarà quello della fiducia nell’IA, soprattutto in relazione alla sicurezza e alla sovranità nazionale. La Francia, e in particolare l’Unione Europea, sta spingendo per standard di sicurezza che garantiscano non solo la trasparenza dei modelli di IA, ma anche la protezione contro le minacce cibernetiche. La dipendenza dalle tecnologie IA sviluppate all’estero rappresenta una vulnerabilità strategica per molte nazioni, e la creazione di standard di sicurezza condivisi sarà cruciale per evitare che il potere dell’IA venga usato in modo nefasto da attori statali e non statali.
Le questioni legate alla manipolazione delle informazioni, alle minacce alla privacy e ai rischi per la sicurezza cibernetica saranno trattate con urgenza, dato che queste problematiche non riguardano più solo la sicurezza interna degli Stati, ma il mantenimento della stabilità internazionale. L’IA può essere una forza per il bene, ma senza un adeguato controllo, può diventare un’arma destabilizzante, capace di alterare gli equilibri politici e militari.
Governance globale
Il vertice francese tenterà, infine, di rispondere a una delle sfide più complesse: la governance globale dell’IA. Le iniziative di regolamentazione dell’IA sono proliferate in diverse regioni del mondo, creando un mosaico disomogeneo di approcci che rischia di frammentare il panorama tecnologico e ostacolare l’innovazione. Il summit mira a costruire un quadro di governance internazionale che armonizzi queste diverse iniziative, promuovendo standard comuni e una visione condivisa del futuro dell’IA.
Il rischio di una frammentazione normativa è evidente: senza un accordo su standard globali, potremmo trovarci di fronte a una corsa agli armamenti digitali, dove le tecnologie IA sviluppate senza un’adeguata supervisione etica potrebbero essere utilizzate per fini strategici controversi, come il controllo sociale o la manipolazione politica.
Il team dietro il vertice
Il team dietro il Vertice per l’Azione sull’Intelligenza Artificiale è composto da un gruppo di esperti di altissimo livello, ciascuno con un’esperienza unica che contribuisce alla visione globale dell’iniziativa: tra tutti Henri Verdier e Anna Bouverot. Verdier è Ambasciatore per gli Affari Digitali della Francia, un leader riconosciuto nell’ambito della governance digitale. Con un background che spazia dalla gestione dei sistemi informativi pubblici alla consulenza per l’innovazione, Verdier ha promosso un approccio orientato alla trasparenza e alla protezione dei diritti digitali. Il suo ruolo sarà fondamentale per garantire che l’IA sia regolamentata in modo equo e sicuro a livello internazionale. Accanto a lui, Anne Bouverot, Inviata Speciale, porta la sua vasta esperienza nel settore tecnologico, con un focus particolare sull’etica dell’IA. Fondatrice della Fondazione Abeona, che promuove un’IA responsabile, Anne ha co-creato programmi pionieristici, come un MOOC sull’intelligenza artificiale che ha coinvolto oltre 350.000 persone, un chiaro segno del suo impegno per un’intelligenza artificiale equa e inclusiva.
E ancora, Arno Amabile, Consigliere dell’Inviata Speciale, aggiunge al team una prospettiva di trasformazione digitale e sviluppo industriale, avendo lavorato a stretto contatto con il governo francese nella definizione delle politiche sull’IA e nel rafforzamento delle competenze digitali a livello statale. La sua esperienza nella scrittura dei rapporti per la Commissione francese sull’IA sarà un elemento cruciale per orientare le discussioni politiche del vertice.
Accanto a loro, Philippe Huberdeau, Segretario Generale, con la sua esperienza diplomatica e la gestione di iniziative internazionali come Scale-Up Europe, porta una visione strategica che punta a rendere l’Europa un leader tecnologico globale, con l’ambizioso obiettivo di creare dieci “tech champions” entro il 2030. La sua esperienza nell’organizzazione del G7 di Biarritz nel 2019 si tradurrà in una gestione impeccabile del vertice.
A completare il gruppo ci sono Chloé Goupille, Vice Segretaria Generale, la cui esperienza nella politica estera e nella gestione di crisi globali aggiunge una prospettiva internazionale cruciale, e Martin Tisné, leader dell’AI Collaborative, impegnato a garantire che l’IA sia regolamentata in modo democratico e inclusivo, mettendo al centro gli interessi pubblici e sociali.
Infine, Roxanne Varza, Direttrice di STATION F, contribuisce al team con la sua expertise nell’innovazione e nella cultura digitale, con un focus sulle opportunità che l’IA può offrire alle startup e ai creativi, mantenendo però sempre un occhio di riguardo per le diversità culturali e le identità locali. La sua visione di un’innovazione inclusiva e diversificata sarà fondamentale per le discussioni sul futuro dell’IA.
Il peso della Francia sulla scena globale
Il Vertice per l’Azione sull’Intelligenza Artificiale si configura, così, come una delle più importanti occasioni per discutere il futuro della governance globale dell’IA. In un contesto di crescente tensione geopolitica e di rapida evoluzione tecnologica, la Francia si propone come mediatore e promotore di un modello di sviluppo tecnologico che metta al centro la sicurezza, la giustizia e l’inclusione. Parigi intende portare avanti un discorso che non solo includa le potenze tecnologiche emergenti, ma anche quei paesi in via di sviluppo che rischiano di essere esclusi dai benefici della rivoluzione digitale. La creazione di un’infrastruttura aperta e accessibile rappresenta una visione ambiziosa, volta a democratizzare l’accesso all’IA e a distribuire equamente i vantaggi dell’innovazione tecnologica, riducendo le disuguaglianze globali.