Viktor Orbán continua il “tour della pace”: “Donald Trump risolverà tutto”

Dopo Vladimir Putin e Xi Jinping continua la missione di pace del premier ungherese che raggiunge la Florida per incontrare Donald Trump: “Un uomo di pace”
2 mesi fa
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Orban Trump

Dopo i bilaterali in Russia e in Cina, Viktor Orbán non poteva non atterrare anche negli Stati Uniti. Il tour del premier ungherese non si arresta e nella giornata di ieri, dopo aver partecipato al summit Nato di Washington, ha raggiunto anche “l’amico” Donald Trump in Florida, al momento favorito alle prossime presidenziali di novembre.

Si è trattato di un incontro che ha aumentato l’amaro e i dissapori con le istituzioni europee che minacciano di punire Orbán togliendo al suo Paese il mandato di turno alla presidenza del Consiglio Ue. Ma lui, non curante, rincara la dose dopo l’incontro con Vladimir Putin e Xi Jinping e assicura: “È stato un onore fare visita oggi a Donald Trump a Mar-a-Lago. Abbiamo discusso i modi per creare pace. La buona notizia del giorno: risolverà tutto!”.

“Un uomo di pace”

“Abbiamo proseguito a Mar-a-Lago la missione di pace. Durante la sua presidenza Donald Trump ha dimostrato di essere un uomo di pace. Lo farà di nuovo”. È quanto ha scritto sui social Viktor Orbán, dopo l’incontro in Florida con l’ex presidente americano che punta al ritorno alla Casa Bianca entro la fine dell’anno. Non è la prima volta che Trump ospita Orbán a Mar-a-Lago. Il premier ungherese è arrivato in Florida dopo le tappe a Kiev, Mosca, Pechino e Washington nell’ambito di quella che descrive come “missione di pace“. Una missione di pace, però, che non ha un mandato Ue e che crea alcune inimicizie politiche a livello internazionale.

Ma Donald Trump è davvero un uomo di pace? Sicuramente ha ribadito più volte che sarebbe in grado di risolvere il conflitto tra la Russia e l’Ucraina “entro 24 ore dai risultati delle elezioni americane”. Come? Non è dato saperlo. Il Washington Post sostiene che fonti vicine al Tycoon avrebbero confermato il fatto che Trump sarebbe disposto a risarcire la Russia dalle sanzioni Ue e che medierebbe la resa del Donbass e della Crimea allargando ufficialmente (e definitivamente) i confini russi. E anche su questo, probabilmente, ha molto in comune con il leader ungherese.

Il futuro è con Trump?

Il Tycoon è il favorito alle presidenziali statunitensi perché rispetto al concorrente Joe Biden sembra dimostrare maggiore lucidità e polso fermo. Sull’attuale presidente americano, infatti, pesa il disastroso dibattito e rimbalzano sui media americani le richieste di abbandonare la corsa. Tra psichiatri alla Casa Bianca e gaffe nelle occasioni pubbliche – non ultima l’aver presentato Vlodymyr Zelensky con il nome di Putin -, Joe Biden potrebbe pagare cara la non linearità con la quale conduce la sua campagna.

Chiaro e determinato, al summit Nato a Washington, Biden ha ribadito il suo impegno nei confronti dell’Ucraina. Ma è Donald Trump ad apparire come la figura in grado di arrivare a una tregua del conflitto russo ucraino. Non come molti sperano, e cioè con la vittoria del Paese invaso, ma con una resa e una trattativa che favorirebbe Vladimir Putin.

La reazione europea

Gli incontri di Viktor Orbán non piacciono alle istituzioni Ue. Il leader ungherese si è rivolto con amicizia anche allo stesso presidente russo e a quello cinese, Paesi con i quali non ha mai troncato i rapporti e che potrebbero renderlo un “nemico in Patria” e cioè per gli altri Stati membri. E uno spostamento a destra del Parlamento europeo è in corso, con il suo gruppo “Patrioti d’Europa” che ha raggiunto il numero necessario per sedere tra i banchi di Bruxelles e che si appresta, con la Lega italiana, a far sentire la propria voce “populista e conservatrice”.

Non sono quindi tardate le reazioni. Durante il vertice Nato, il capo degli affari esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha commentato i viaggi di Orbán sostenendo che i membri dell’Ue intraprenderanno azioni per disciplinare il primo ministro ungherese: “Come sapete, dopo il Trattato di Lisbona, la presidenza nazionale non ha più competenze in materia di affari esteri. Così si è avuta l’impressione che la presidenza stesse mediando la guerra in Ucraina. Sappiamo che i membri dell’Ue sono rappresentati dal presidente del Consiglio dell’Ue e la politica estera dall’Alto rappresentante. È per questo che li abbiamo eletti, quindi questa situazione ha suscitato grande sorpresa”, ha detto Sikorski.

Anche il leader francese Emmanuel Macron che ha specificato che il collega ungherese è andato in Florida senza “alcun mandato” dell’Ue. Lo ha detto da Washington, insistendo su “sovranità e indipendenza della diplomazia” dei singoli Stati. “Penso sia legittimo – ha detto nelle dichiarazioni rilanciate dai media francesi – che un capo di governo possa andare nel Paese in cui sceglie di recarsi in visita”. “Semplicemente – ha aggiunto nelle dichiarazioni rilanciate dai media francesi – non dovrebbero esserci ambiguità”. E Orbán “non l’ha fatto in quanto presidente di questo semestre con responsabilità europee”.

Così come la premier italiana Giorgia Meloni che ha sottolineato che non vede “nessuna strategia e nessuna particolare implicazione: i leader politici hanno diritto di incontrare altri leader politici, non ci vedo niente di strano e credo che non sia un mistero che Orbán possa essere più vicino a Trump che a Biden. Sono leader politici che si parlano, non vedo grandi strategie”.