Negli ultimi mesi, l’Italia è finita nuovamente sotto la lente della Commissione Europea a causa di alcune problematiche riguardanti i prodotti in plastica monouso e la governance dei dati, tema a cui le istituzioni Ue sono sempre più sensibili. Sul punto, giova ricordare che la minaccia hacker russa avanza e ha già portato a segno alcuni colpi, anche se ci si attende il peggio verso settembre-ottobre.
Per quanto riguarda l’Italia, Bruxelles ha avviato quattro nuove procedure di infrazione, portando a 65 il totale dei procedimenti aperti. Questo numero era sceso a 63 ad aprile grazie a 7 archiviazioni, ma ora è risalito dopo l’apertura di nuovi casi.
Le violazioni contestate all’Italia
Non tutti i procedimenti sono della stessa natura: tra le violazioni contestate, 48 riguardano il mancato rispetto del diritto dell’Unione Europea, mentre 17 sono dovute alla mancata adozione di direttive europee. Le ultime infrazioni in ordine cronologico riguardano:
- La cattiva gestione della direttiva sulla plastica monouso;
- Il mancato recepimento del regolamento 2022/868 sulla governance europea dei dati;
- Il mancato recepimento della direttiva 2022/362 sulla tassazione dei veicoli per l’uso di infrastrutture specifiche;
- La mancata adozione della direttiva 2022/431 sulla protezione dei lavoratori contro agenti cancerogeni o mutageni.
Bruxelles ha inviato all’Italia una nota di messa in mora, come previsto dall’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Questo è il primo passo della procedura di infrazione e offre al Paese due mesi di tempo per fornire chiarimenti ed evitare che la procedura avanzi. L’iter può essere lungo e complesso, fino all’eventuale sanzione pecuniaria.
Con 19 casi, l’ambiente è il settore con la più alta incidenza di infrazioni per il Belpaese. Seguono trasporti (7), affari economici e finanziari e lavoro e politiche sociali (6). Vale la pena ricordare come i settori più vulnerabili siano collegati tra di loro: per l’Italia, che è il Paese europeo con più auto per abitante, il settore dei trasporti è fondamentale per abbattere le emissioni inquinanti. Gli interventi devono andare in due direzioni: gli incentivi alle auto elettriche e alle infrastrutture che ne permettano una maggiore diffusione (colonnine in primis) nonché una maggiore distribuzione ed efficienza del trasporto pubblico, come segnalato all’Adnkronos dal presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.
Le procedure più avanzate
Attualmente, le procedure di infrazione in fase più avanzata contro l’Italia sono 31, che includono 17 pareri motivati, 3 decisioni di ricorso, un ricorso e 4 sentenze della Corte di Giustizia. Un esempio recente è il parere motivato di Bruxelles contro la normativa dell’assegno unico universale italiano, considerato discriminatorio nei confronti dei residenti comunitari.
Il numero totale delle procedure di infrazione contro l’Italia è diminuito negli ultimi anni (erano 82 al 1° giugno 2023 e sono ora 65), ma l’ambiente rimane l’area più critica con 19 infrazioni aperte. Seguono i settori dei trasporti (7), affari economici e finanziari (6), e lavoro e politiche sociali (6).
Confronto con altri Paesi Ue
A livello europeo, il numero delle procedure di infrazione è sceso da 1.750 a 1.531 nell’ultimo anno. L’Italia, che a giugno 2023 era sesta in Europa per numero di infrazioni, è ora ottava, dietro a Polonia (87 procedure aperte), Spagna (86), Belgio (83), Grecia (79), Bulgaria (76), Ungheria e Slovacchia (70 entrambe).
Cosa può fare l’Ue
L’Ue dispone di una serie di strumenti giuridici per assicurare che gli Stati membri rispettino gli obblighi derivanti dal diritto comunitario. Tra questi strumenti, le procedure di infrazione rivestono un ruolo fondamentale. Questi procedimenti, avviati dalla Commissione Europea, mirano a correggere le violazioni del diritto europeo da parte degli Stati membri.
Ma quali tipi di procedimenti può aprire l’Ue verso gli Stati membri e quali sono le differenze tra essi?
Procedimento di infrazione per violazione del diritto dell’Unione
Questo tipo di procedimento viene avviato quando uno Stato membro viola il diritto dell’Unione Europea. Le violazioni possono riguardare diverse situazioni, come il mancato rispetto di regolamenti, decisioni, direttive o trattati, a partire dal Trattato sull’Unione europea e il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue). Le principali fasi di questo procedimento sono:
– Fase pre-contenziosa: la Commissione invia una lettera di messa in mora allo Stato membro, che ha due mesi per rispondere. Se la risposta non è soddisfacente, la Commissione emette un parere motivato;
– Fase contenziosa: se lo Stato membro non si conforma al parere motivato, la Commissione può decidere di deferirlo alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (Cgue);
– Sentenza della Corte: La Corte di Lussemburgo può emettere una sentenza che obbliga lo Stato membro a conformarsi. Se lo Stato non si adegua, può essere imposto un pagamento di sanzioni pecuniarie.
Procedimento di infrazione per mancato recepimento di direttive
Quando uno Stato membro non recepisce una direttiva europea entro il termine stabilito, la Commissione può avviare un procedimento di infrazione. Il recepimento delle direttive implica l’adozione di leggi nazionali che incorporino gli obiettivi della direttiva. Le fasi di questo procedimento ricalcano quelle del procedimento per violazione del diritto dell’Unione:
– Fase pre-contenziosa: inizia con una lettera di messa in mora, seguita da un parere motivato in caso di mancata risposta o risposta insoddisfacente entro i due mesi dalla comunicazione di messa in mora;
– Fase contenziosa: la Commissione può portare il caso alla Corte di Giustizia europea per un dibattito più ampio e documentato. In alcuni casi, l’Avvocato generale della Corte emette un parere non vincolante sulla questione per aiutare i giudici nella loro deliberazione finale;
– Sentenza della Corte: la Cgue può imporre sanzioni se lo Stato non adotta le misure necessarie per recepire la direttiva. Le sanzioni possono includere ammende per ogni giorno di inadempimento da parte dello Stato membro.
Procedimento di infrazione per violazione del regolamento o decisioni
A differenza delle direttive, i regolamenti e le decisioni sono direttamente applicabili e vincolanti in tutti gli Stati membri. Quando uno Stato non rispetta un regolamento o una decisione, la Commissione può avviare un procedimento di infrazione. Questo procedimento segue le stesse fasi degli altri due tipi, ma solitamente si concentra sulla mancata applicazione di norme che dovrebbero essere immediatamente operative.
Il punto sulle differenze
Dunque, i procedimenti per violazione del diritto dell’Unione riguardano un’ampia gamma di infrazioni, mentre quelli per mancato recepimento si concentrano sulle direttive e i procedimenti per violazione di regolamenti o decisioni riguardano norme direttamente applicabili.
La diversa natura dei provvedimenti ha dei risvolti pratici e processuali: le direttive hanno scadenze specifiche per il recepimento, il che può accelerare l’avvio dei procedimenti di infrazione in caso di inadempienza. I regolamenti e le decisioni, essendo immediatamente applicabili, rendono invece più evidente e immediata qualsiasi violazione.