L’estrema destra avanza nei Paesi Bassi, ma i laburisti-verdi mantengono un vantaggio, sebbene risicato. Lo dicono gli exit poll non definitivi. Il Paese ha inaugurato la tornata elettorale che tra il 6 e il 9 giugno chiamerà al voto 371 milioni di europei per eleggere un nuovo Europarlamento, dai cui equilibri uscirà la nuova Commissione e le posizioni di vertice dell’Unione. Ai Paesi Bassi spettano 31 dei 720 seggi totali.
L’esito finale del voto per i Paesi Bassi sarà reso noto domenica sera, al termine di tutte le elezioni, ma intanto secondo gli exit poll il gruppo filo-europeo di Frans Timmermans dovrebbe ottenere otto seggi contro i sette del Partito della Libertà (PVV) del sovranista Geert Wilders. L’exit poll di Ipsos I&O segnala inoltre un’affluenza alle urne del 46,8%, in aumento rispetto al 41,8% di cinque anni fa.
Gli exit poll del voto nei Paesi Bassi
La coalizione in vantaggio, composta da Verdi e Partito Laburista, secondo gli exit poll segna un risultato peggiore rispetto alle elezioni nazionali dello scorso novembre, che peraltro avevano visto l’inaspettata vittoria del partito di Wilders proprio a scapito del sodalizio di governo.
Timmermans ha comunque commentato: “Penso che sia un segnale importante che tutti i partiti pro-europei hanno fatto bene in queste elezioni. Dimostra che la maggioranza delle persone nei Paesi Bassi vuole partecipare alla costruzione di un’Europa forte”.
E ha lanciato un appello: “Contando tutti i seggi dei partiti europeisti, diciamo al resto d’Europa: non è scontato che la destra radicale vinca queste elezioni! Guardate cosa hanno fatto i Paesi Bassi: fate lo stesso”!
Ma al momento il vero vincitore sembra Wilders, come lui stesso ha sottolineato ai giornalisti mentre votava: alle precedenti elezioni nel 2019 il PVV non aveva vinto alcun seggio, quindi, ha spiegato, qualunque esito è per il suo partito una vittoria. Inoltre il vantaggio di Timmermans è davvero risicato. “Siamo di gran lunga i più grandi vincitori di questa sera”, ha affermato Wilders.
Va tuttavia precisato che i sondaggi davano per il PVV un risultato più esplosivo, un terzo dei 31 seggi a disposizione dei Paesi Bassi, quindi secondo alcuni non si può parlare di una vittoria, né dell’inizio della slavina che porterà la destra a ‘conquistare l’Europa’ come si vociferava.
Intanto avanzano anche gli alleati di Wilders: il populista di destra Farmer Citizen Movement (BBB) e il centrista New Social Contract (NSC), entrambi ‘novità’ politiche, sembrano essere riusciti a conquistare dei seggi, rispettivamente due e uno.
Quanto ai liberali (Partito popolare per la libertà e la democrazia, VVD) di Mark Rutte, premier uscente, secondo il poll otterrebbero quattro seggi nell’Europarlamento perdendone dunque uno.
L’ascesa dell’estrema destra in Europa
Il voto nei Paesi Bassi si inserisce in una tornata elettorale che vede l’estrema destra favorita in molti Stati dell’Unione, a partire da Italia e Francia, dove peraltro Giorgia Meloni e Marine Le Pen, leader dei partiti sovranisti, secondo gli opinionisti hanno in mano gli equilibri del prossimo Parlamento e dunque dell’Europa futura.
Lo stesso in Germania, dove AfD, il movimento di estrema destra al centro negli ultimi tempi di scandali e critiche tanto da essere stato espulso dal gruppo europarlamentare di Identità e Democrazia (di cui fanno parte Meloni e Le Pen), è dato per secondo, nonostante un calo di circa il 6% negli ultimi sondaggi.
Wilders è un euroscettico, tanto da aver per anni propugnato una Nexit, un’uscita dei Paesi Bassi dall’Unione, proposta lasciata cadere in occasione di queste elezioni. Rimane comunque per il suo partito un’impostazione precisa: “Nessun super Stato europeo per noi. Lavoreremo sodo per cambiare l’Unione dall’interno“, ha detto Wilders.
E per cosa lavoreranno sodo? Lo ha spiegato sempre Wilders: “Vogliamo meno immigrazione, vogliamo inasprire le regole e le politiche di asilo”.
E naturalmente intervenire sulle politiche climatiche messe in piedi dalla Commissione uscente, altro cavallo di battaglia delle estreme destre europee. Tuttavia, ora che si avvia ad entrare davvero nelle stanze dei bottoni, il PVV dovrà trovare un equilibrio e ammorbidire toni e obiettivi, se vuole davvero cambiare qualcosa.