Bruxelles cerca un ruolo nei negoziati tra Ucraina e Russia, ma arriva l’ultimatum di Washington

Droni sui cieli francesi, asset russi da sbloccare e la mano tesa al “vicino” Oriente: come risponderà Bruxelles a Washington sulla scadenza 2027 all’autonomia militare Nato?
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Putin Modi Xi Macron Afp
Il presidente russo Putin con quello indiano Modi e il presidente cinese Xi Jinping con quello francese Macron (Afp)

L’Unione europea vuole il suo posto al tavolo dei negoziati tra Ucraina e Russia. A dimostrarlo è il gran da farsi che il presidente francese Emmanuel Macron porta avanti insieme al cancelliere tedesco Friedrich Merz e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Questo impegno è messo sotto pressione sia da crescenti allarmi di sicurezza, come il sorvolo di cinque droni non identificati sulla base nucleare strategica dell’Ile Longue in Francia, sia da un ultimatum proveniente dagli Stati Uniti.

Allarme droni in Bretagna e la “smentita” di Macron

La sicurezza europea è stata messa in discussione nelle scorse ore dopo il sorvolo di cinque droni non identificati sulla base strategica dell’Ile Longue, in Francia, sede della flotta di deterrenza nucleare. Il battaglione di fucilieri della marina incaricato della protezione della base ha dovuto attivare i sistemi anti-drone. Sebbene la prefettura abbia ritenuto prematuro confermare un legame diretto con Mosca, l’incidente arriva in un momento di elevata tensione diplomatica. In questo contesto, il presidente francese Emmanuel Macron ha cercato di placare le tensioni transatlantiche, affermando che “non c’è sfiducia” tra gli Stati Uniti e l’Europa sulla gestione della crisi ucraina. Macron ha sostenuto che l’unità tra europei e americani è indispensabile.

Dubbi sull’affidabilità di Washington?

La smentita di Macron intende placare le accuse emerse ieri, quando il giornale tedesco Der Spiegel aveva diffuso un riassunto di una video-chiamata confidenziale tra leader europei. Il resoconto aveva rivelato un forte scetticismo da parte di alcuni leader europei riguardo alla capacità degli Stati Uniti di tutelare gli interessi di Kiev durante i negoziati di pace in corso con Vladimir Putin. Il settimanale attribuiva a Macron l’avvertimento che gli Stati Uniti potevano potenzialmente “tradire l’Ucraina sul territorio, senza chiarezza sulle garanzie di sicurezza”. Anche il Cancelliere tedesco Friedrich Merz avrebbe suggerito a Kiev di essere molto prudente, affermando che “stanno giocando con voi e con noi”.

Macron ha reagito negando categoricamente il contenuto del rapporto di Der Spiegel, e ha sottolineato che l’Europa sostiene e accoglie gli sforzi di pace americani.

Donald Trump (Afp)
Donald Trump (Afp)

“Difesa Nato nelle mani dell’Ue”: e arriva la scadenza al 2027 dal Pentagono

Mentre i leader europei sono alle prese con questi dubbi sull’affidabilità e l’indipendenza europea, i funzionari del Pentagono hanno comunicato ai diplomatici a Washington che gli Stati Uniti vogliono che l’Europa si assuma la maggior parte delle capacità di difesa convenzionale della Nato, dall’intelligence ai missili, entro il 2027. Questo spostamento dell’onere dagli Stati Uniti ai membri europei cambierebbe drasticamente il modo in cui il blocco dei 27, membro fondatore dell’alleanza del dopoguerra, opera con i suoi principali partner militari. Secondo Reuters, i funzionari statunitensi, in un incontro con diverse delegazioni europee, hanno espresso insoddisfazione per i progressi compiuti dall’Europa nell’aumentare le proprie capacità di difesa convenzionale dall’invasione russa del 2022.

Inoltre, gli ufficiali statunitensi hanno avvertito che se l’Europa non rispettasse la scadenza del 2027, gli Stati Uniti potrebbero cessare di partecipare ad alcuni meccanismi di coordinamento della difesa della Nato. Tuttavia, alcuni funzionari europei ritengono che il termine del 2027 sia irrealistico, indipendentemente da come Washington misurerà i progressi, poiché sostituire alcune capacità statunitensi, come l’intelligence e la capacità di sorveglianza, richiede più volontà politica che denaro. Inoltre, non è chiaro in che modo gli Stati Uniti intendano misurare il progresso dell’Europa nell’assunzione della maggior parte di questo onere.

Nonostante le incertezze sulla scadenza, un funzionario Nato ha riconosciuto che gli alleati europei hanno accettato la necessità di investire di più nella Difesa e di spostare l’onere dagli Stati Uniti all’Europa, ma con scadenza entro il 2030.

Merz Von Der Leyen Afp
Friedrich Merz e Ursula von der Leyen a Bruxelles durante l’incontro del 9 maggio 2025 (Afp)

La missione Merz-von der Leyen per salvare i fondi

Mentre la guerra russa si intensifica e l’Ucraina affronta una grave carenza di liquidità, i vertici dell’Unione europea corrono a eventuali paracadute e stanno compiendo sforzi frenetici per finalizzare un piano finanziario cruciale. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sono volati a Bruxelles per tenere colloqui d’emergenza con il primo ministro belga Bart De Wever. L’Ue ha promesso di sostenere l’Ucraina il prossimo anno, con l’obiettivo di raccogliere 90 miliardi di euro per coprire circa i due terzi del fabbisogno di Kiev tra il 2026 e il 2027. Von der Leyen ha messo sul tavolo due soluzioni principali: l’Unione potrebbe emettere prestiti garantiti dal suo bilancio comune, o un prestito garantito dai beni russi immobilizzati, definito “prestito di riparazione”.

In un editoriale pubblicato giovedì sul quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, il cancelliere tedesco ha avvertito i suoi colleghi leader dell’Ue che le decisioni che si prenderanno in questi giorni “decideranno la questione dell’indipendenza europea”.

L’opposizione belga e la difesa dei beni congelati

Il piano di utilizzare gli asset russi come garanzia è osteggiato con vigore dal Belgio. Il Paese ospita circa due terzi dei 290 miliardi di euro di beni russi congelati in Occidente, depositati presso Euroclear a Bruxelles. Il primo ministro De Wever si è espresso contro l’idea, dichiarando che “rubare i beni congelati di un altro Paese non è mai stato fatto”. Il governo belga teme ritorsioni legali o finanziarie da parte di Mosca. Per superare questo blocco, Merz ha sollecitato i leader a garantire al Belgio una ripartizione equa del rischio tra tutti gli Stati membri dell’Ue.

Il presidente cinese Xi Jinping riceve il presidente francese Emmanuel Macron (Afp)
Il presidente cinese Xi Jinping riceve il presidente francese Emmanuel Macron (Afp)

L’Oriente non resta a guardare

A completare il quadro diplomatico in evoluzione, si inserisce la recente visita di Macron in Cina. Macron ha cercato di rafforzare la cooperazione con Pechino, definendola “decisiva” per affrontare l’attuale instabilità globale. Il presidente francese ha chiesto al suo omologo cinese, Xi Jinping, di unirsi agli sforzi per la pace e la stabilità nel mondo, inclusa l’Ucraina. L’obiettivo è anche quello di far sì che il dialogo con la Cina possa alimentare la tabella di marcia sino-europea.

Putin in India con Modi (Afp)
Il primo ministro dell’India Narendra Modi riceve il presidente russo Vladimir Putin (Afp)

E la Russia punta all’India

In altre parole, l’Oriente non resta a guardare. Così, se l’Unione europea punta a isolare la Russia cercando aiuti in Cina, il presidente russo Vladimir Putin fa lo stesso e come Macron punta all’Asia. Russia e India, infatti, hanno sottoscritto, negli ultimi giorni, numerosi accordi con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione bilaterale nel settore della difesa e dell’energia.

Putin ha dichiarato che la Russia è un fornitore affidabile di petrolio, gas e carbone e di tutto ciò che serve per lo sviluppo dell’energia indiana, ed è pronta a continuare ininterrottamente le forniture. Inoltre, i due Paesi ridefiniranno le loro relazioni nel settore della difesa per tenere conto della spinta di Nuova Delhi per l’autosufficienza, riorientando la partnership verso la ricerca e sviluppo congiunti e la produzione di piattaforme avanzate.

Il ministro degli Esteri indiano Vikram Misri ha affermato che la priorità del governo è garantire il fabbisogno energetico dei suoi 1,4 miliardi di abitanti, e che le compagnie indiane prenderanno decisioni in base all’evoluzione delle dinamiche di mercato, per questo, la cooperazione tra i due Paesi prosegue.