Consiglio Ue, Kallas: “Russia? Sanzioneremo subito, non aspetteremo il 20esimo pacchetto”

Maggior sostegno all'Ucraina, sanzioni agili contro la "Flotta Ombra" e risposte alle crisi in Sudan e a Gaza: le conclusioni al Consiglio affari esteri Ue
3 ore fa
4 minuti di lettura
Kallas Kaja Afp
Kallas Kaja Afp

Occhi sulla flotta ombra russa, maggiori sanzioni senza aspettare il 20esimo pacchetto, aiuti a Gaza e un piano di pace per il Sudan. Sono questi alcuni dei grandi temi che oggi i ministri degli Esteri dell’Ue si sono trovati a discutere a Bruxelles nell’ambito Consiglio di novembre presieduto dall’Alta rappresentante Kaja Kallas. Le discussioni principali si sono concentrate sulla guerra in Ucraina, ribadendo il sostegno dell’Ue con un piano basato su due punti: indebolire la Russia e sostenere Kiev, anche attraverso i prestiti per le riparazioni e sanzioni mirate contro la flotta ombra.

Tra gli argomenti affrontati anche gli attacchi ibridi della Russia contro le infrastrutture europee, la situazione a Gaza con l’espansione della missione di monitoraggio dei confini, e la crisi in Sudan, per la quale sono state adottate sanzioni contro Abdelrahim Hamdan Dagalo, il numero due delle Forze di Supporto Rapido (Rsf) del Paese e fratello di Mohamed Hamdan Dagalo, leader del gruppo. Infine, si è discusso della cooperazione con la regione indo-pacifica e con i Paesi del Sahel, sottolineando l’interconnessione della sicurezza globale.

L'Alta rappresentante Ue Kaja Kallas (Afp)
L’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas (Afp)

Il piano di pace per l’Ucraina

L’Alta Rappresentante ha risposto alle preoccupazioni sui piani di pace, attualmente sul tavolo dei negoziati con gli Stati Uniti, ribadendo che qualsiasi proposta per avere successo “deve essere supportata dall’Ucraina e deve essere supportata dall’Europa”. Se la Russia avesse veramente voluto la pace, avrebbe accettato l’offerta di cessate il fuoco incondizionato già a marzo, ha spiegato Kallas. È stata definita una “cruda realtà” il fatto che i recenti attacchi russi continuino a mietere vittime civili.

Per questo, la discussione di oggi si è incentrata sul prestito per le riparazioni, non solo per sostenere la difesa ucraina ma anche per inviare un chiaro messaggio a Mosca: “il tempo non è dalla parte della Russia”, e quest’ultima non può superare la resistenza dell’Ucraina ancora a lungo. Per questi motivi, sostenere l’Ucraina è considerato un affare in confronto al costo di una vittoria russa.

Attacchi ibridi e sicurezza delle infrastrutture

L’Alta rappresentante ha denunciato poi le azioni ibride della Russia in Europa definendole “sempre più sfacciate” e “terrorismo sponsorizzato dallo Stato”. A tal proposito, sono stati citati gli attacchi recenti alla rete ferroviaria polacca. Le risposte possibili includono sanzioni aggiuntive e misure per contrastare il reclutamento online di sabotatori.

Flotta ombra

Per l’Alta Rappresentante, inoltre, le sanzioni europee stanno avendo un impatto evidente: “le esportazioni di petrolio greggio russo sono ai minimi da mesi. Per aumentare l’efficacia, il Consiglio ha discusso intensamente su come colpire ulteriormente la flotta ombra russa”, che Mosca utilizza per aggirare il tetto al prezzo sul petrolio russo destinato a Paesi terzi che l’Occidente tenta da anni di imporre.

La lotta contro la flotta ombra resta una priorità: “L’Ue ha già sanzionato oltre 550 navi e ora mira a ottenere accordi di pre-autorizzazione all’abbordaggio con gli Stati di bandiera. Questo è un mezzo legale per rallentare la flotta ombra e ridurre ulteriormente i ricavi russi – ha aggiunto Kallas -. I dati dell’intelligence hanno mostrato che le sanzioni sulla flotta ombra hanno avuto un impatto immediato, causando un calo del 30% dei ricavi petroliferi veicolati attraverso il Mar Baltico e il Mar Nero nella prima settimana”.

Ma per essere più incisiva, l’Ue si sta orientando verso un approccio più agile: invece di concentrarsi solo su grandi pacchetti di sanzioni (come l’atteso 20esimo pacchetto), si lavorerà per imporre continuamente sanzioni su specifiche navi e sui soggetti che le abilitano. La maggioranza dei ministri ha concordato su questo approccio più rapido.

Medio Oriente, Sudan e sicurezza globale

La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per una forza internazionale di stabilizzazione è stata definita un “punto di svolta” circa i fatti accaduti a Gaza. La pace dipende sia dall’assenza di un ruolo per Hamas, sia dal coinvolgimento attivo dei partner internazionali. L’Ue sta già lavorando nel centro di coordinamento per le questioni umanitarie e di sicurezza. Kallas ha spiegato che i ministri hanno discusso l’espansione della missione di monitoraggio delle frontiere a Rafah verso altri punti di attraversamento e la possibilità che la missione di supporto della polizia dell’Ue guidi la formazione della polizia palestinese. La Francia ha promesso 100 agenti di polizia per questa missione.

Sahel e Sudan

Per quanto riguarda il Sahel, i ministri hanno approvato i principi di un rinnovato approccio Ue incentrato sull’impegno politico e diplomatico, sulla sicurezza umana e sulle opportunità economiche. L’obiettivo è prevenire ulteriori conflitti e contrastare le cause profonde della migrazione e della criminalità organizzata.

In Sudan, invece, la situazione sta precipitando rapidamente: il Consiglio ha adottato sanzioni contro Abdel Rahim Dagalo, il vicecomandante delle Forze di Supporto Rapido (Rsf). Questa misura intende inviare “un chiaro segnale che la comunità internazionale perseguirà i responsabili”, ha dichiarato Kallas. Tutti i 27 Stati membri hanno chiesto alle parti di riprendere i negoziati per un cessate il fuoco. È stato anche riconosciuto che è necessario agire contro i soggetti che forniscono le armi alle parti in conflitto.

Balcani occidentali e Asia

Il lavoro diplomatico, inoltre, ha visto il coinvolgimento, ieri, durante la cena, dell’Ue con i ministri dei Balcani occidentali. L’attenzione si è concentrata sulle sfide comuni e sulla cooperazione in materia di sicurezza e politica estera. È essenziale che, man mano che l’allargamento si avvicina, i Paesi si uniscano per difendere le loro democrazie da attacchi ibridi e interferenze straniere.

Infine, l’Ue ha sottolineato che la sicurezza è interconnessa a livello globale, con ciò che accade in Europa che ha rilevanza in Asia e viceversa. L’Ue intensificherà la collaborazione con i partner dell’Indo-Pacifico su questioni che vanno dalla sicurezza economica alle catene di approvvigionamento, in risposta a un mondo che l’Alta rappresentante ha definito “sempre più pericoloso”. Nei prossimi giorni 70 delegazioni sono attese a Bruxelles per il Forum Indo-Pacifico.