“L’euro digitale è una necessità strategica”. Così Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea (Bce), in audizione alla Commissione per i problemi economici e monetari (ECON) del Parlamento europeo, ha ribadito lunedì pomeriggio il significato del progetto portato avanti dal 2023 dall’eurozona e accelerato dall’ingarbugliarsi e dal deteriorarsi del panorama internazionale.
L’intervento di Cipollone arriva in un momento dinamico per l’iniziativa: la Bce ha dichiarato conclusa con successo la fase di preparazione e ha annunciato l’avvio della tappa sulla prontezza tecnica, il Consiglio europeo ha stabilito di decidere la propria posizione sul tema entro fine anno, e all’Europarlamento è approdata la relazione che dà il ‘la’ all’iter legislativo della Camera.
La relazione, a firma Fernando Navarrete Rojas, esponente del Partito popolare europeo, stravolge l’impianto e la ratio con cui la moneta digitale è stata pensata dalla Bce: uno strumento per i cittadini e imprese ma anche un mezzo di autonomia strategica.
“Non dipendere dalle decisioni prese fuori dall’Europa”
Per Cipollone, l’euro digitale sarebbe “una forma digitale di contante” emessa direttamente dalla Banca centrale (proprio come le banconote e le monte fisiche, che non spariranno), con tutte le garanzie che questo porta con sé in termini di stabilità e sovranità. Consentirebbe infatti che ”i pagamenti, sia fisici che digitali, funzionino sempre, senza dipendere dalle decisioni prese al di fuori dell’Europa”.
E questo è il nodo: “Non avere a disposizione una forma digitale di contante mette a repentaglio la nostra autonomia strategica”, ha affermato il dirigente, spiegando che “a 25 anni dall’introduzione dell’euro non disponiamo ancora di una soluzione di pagamento europea che consenta ai cittadini di effettuare tutti i pagamenti quotidiani in forma digitale nell’intera area dell’euro. La frammentazione del mercato dei pagamenti comporta la dipendenza dell’area dell’euro dalla “generosità” di terzi per le operazioni digitali al dettaglio”. Laddove per terzi si intendono soprattutto gli Stati Uniti, divenuti alleati inaffidabili con la seconda presidenza di Donald Trump.
L’euro digitale inoltre tutelerà “la nostra sovranità monetaria anche con la diffusione delle stablecoin, attualmente denominate perlopiù in valuta estera, e delle criptoattività non garantite”.
Euro off line: Cipollone respinge l’ipotesi
La relazione di Navarrete, che prevede che l’euro sia solo off line, escludendo quindi l’on line, è stata sostenuta dalle banche, soprattutto quelle tedesche, secondo cui l’euro digitale metterebbe in discussione il loro modello di business. Cipollone ha rassicurato che l’euro digitale è stato progettato in modo che “sia distribuito attraverso le banche”, e in modo da “ovviare al rischio di disintermediazione delle banche”, attraverso la non remunerazione delle disponibilità in euro digitali e l’imposizione di massimali.
Ci sarebbero invece dei benefici. Tra questi, ha sottolineato il dirigente Bce, “l’Eurosistema non applicherà commissioni di circuito e di regolamento, e i risparmi così ottenuti potranno essere distribuiti tra banche e commercianti”. L’euro digitale fornirà poi “una rete di accettazione e standard aperti che le iniziative private europee, come Wero e European Payments Alliance, potranno sfruttare”.
Quanto all’ipotesi di realizzare la moneta digitale sono in versione off line, Cipollone la esclude: “Le funzionalità online e offline dell’euro digitale si integrano a vicenda“. Allo stesso modo, “non vi è concorrenza alcuna tra soluzioni pubbliche e soluzioni private. Al contrario, prevediamo una collaborazione vantaggiosa per entrambe le parti”. Navarrete aveva infatti dichiarato di puntare a dare priorità alle soluzioni di pagamento private europee, lasciando all’euro digitale un ruolo di “rete di sicurezza contro la frammentazione di mercato”.
La legislazione avrà un ruolo centrale
E mentre secondo un’indagine condotta dall’Eurosistema il 66% dei cittadini europei ha espresso interesse a provare l’euro digitale anche i commercianti ne vedono il potenziale, la decisione finale del Consiglio direttivo della Bce sull’emissione della moneta verrà assunta solo una volta adottata la normativa. Ecco perché “la legislazione svolgerà un ruolo centrale (…). In particolare, la distribuzione obbligatoria e il corso legale sono essenziali affinché l’euro digitale sia accessibile a tutti e accettato per qualsiasi pagamento digitale”, ha specificato Cipollone.
I prossimi passi: se i colegislatori europei adotteranno il regolamento relativo all’euro digitale nel 2026, dalla metà del 2027 si potrebbero condurre un esercizio pilota e le prime operazioni. In tal caso, l’euro digitale potrebbe essere pronto per la prima emissione nel 2029, ha delineato infine il dirigente della Bce.
