Vertice Ue-America latina e Caraibi, un successo a metà: troppi assenti e l’ombra di Trump

Kaja Kallas boccia l'uso della forza statunitense: "Solo in caso di autodifesa o con risoluzione dal Consiglio di sicurezza Onu
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Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il presidente della Colombia Gustavo Petro al vertice Ue-Celac
Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il presidente della Colombia Gustavo Petro al vertice Ue-Celac (Afp)

A due anni dal successo che ha coronato il loro vertice multilaterale a Bruxelles, i leader degli Stati membri dell’Unione europea e dei 33 Paesi della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac) si sono riuniti nel weekend a Santa Marta, in Colombia, per il quarto vertice Celac-Ue. Il vertice è stato co-presieduto dal presidente del Consiglio europeo António Costa e dal presidente della Colombia Gustavo Petro, nel suo attuale ruolo di presidente pro tempore della Celac.

Al centro del dibattito, diversi i temi discussi dai leader: dalla difesa del multilateralismo, al commercio e agli investimenti, così come transizioni verde e digitale, coesione sociale e cooperazione nei settori della sicurezza dei cittadini, della giustizia e della lotta alla criminalità organizzata transnazionale.

Ma non sono mancate le polemiche. Il vertice si è svolto in concomitanza con l’inizio del vertice delle Nazioni Unite sul clima (Cop30) che si terrà a partire da oggi 10 novembre e fino al 21 novembre, in Brasile. E l’assenza al vertice di Santa Marta in Colombia di figure di spicco, come la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del cancelliere tedesco Friedrich Merz, ha destato non poche perplessità. Così come le operazioni a largo delle coste colombiane messe in atto da Donald Trump non sono passate inosservate.

Ue-Celac: un partenariato che compie 26 anni

Il partenariato strategico dell’Ue con l’America Latina e i Caraibi (Alc) risale al 1999, quando si tenne a Rio de Janeiro il primo vertice biregionale Ue-Alc. Da allora tanti sono i progressi portati avanti e insieme agli Stati latinoamericani e caraibici, il partenariato con l’Ue rappresenta il 14% della popolazione mondiale, il 21% del Pil globale, un terzo dei membri delle Nazioni Unite.

Il 9 novembre è stato lanciato il Patto biregionale sull’assistenza. Il suo obiettivo è facilitare scambi regolari sui progressi e sulle migliori pratiche nell’economia dell’assistenza, comprese politiche, programmi, servizi, quadri normativi e strutture istituzionali. Ma non è mancata occasione per sottolineare che la concomitanza con il vertice delle Nazioni Unite sul clima abbia posto all’attenzione internazionale quali siano le priorità. Il Ministero degli Esteri colombiano ha attribuito la questione alla programmazione di Cop30 e ha cercato di minimizzare le preoccupazioni dei leader latinoamericani sottolineando che, anche se mancavano figure di spicco come la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, andava valorizzata quella del primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, il quale ha “preferito” essere proprio lì in Colombia piuttosto che presiedere il vertice dei leader che ha preceduto l’inizio dei lavori della Cop30, in quanto “padrone di casa”. Il ministro degli Esteri brasiliano Mauro Vieira ha dichiarato ai giornalisti che la decisione di Lula di partecipare al vertice in Colombia riflette la solidarietà regionale con il Venezuela.

L’ombra di Trump sull’Ue-Celac

A creare disordini e disagi a diverse miglia dalle coste di Santa Marta ci ha pensato il presidente statunitense Donald Trump. Gli Stati Uniti stanno conducendo quella che considerano una battaglia contro il narcotraffico, un conflitto che ha già causato 70 morti e 18 imbarcazioni distrutte dai missili. Il tycoon sostiene che trasportassero droga illegale destinata al mercato statunitense e ha già avvertito i leader dei Paesi coinvolti che gli attacchi non cesseranno. In altre parole: la minaccia dell’uso della forza militare statunitense è tornata a far parte della vita quotidiana dei cittadini dell’America Latina e dei Caraibi.

“Vecchie manovre retoriche vengono riciclate per giustificare operazioni illegali – ha affermato il presidente brasiliano Lula nel suo discorso di apertura -. Siamo una regione di pace e vogliamo rimanere in pace. Le democrazie non combattono la criminalità violando il diritto internazionale. La democrazia soccombe anche quando la criminalità corrompe le istituzioni”.

L’ambasciatrice brasiliana Gisela Padovan, segretaria per l’America Latina e i Caraibi, ha dichiarato che affrontare le minacce di un’azione militare contro il Venezuela da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i recenti attacchi alle imbarcazioni nei Caraibi sarebbero stati naturalmente argomenti al vertice con l’Ue: “È chiaro che l’argomento verrà sollevato, perché la delegazione venezuelana lo solleverà”.

Parlando all’evento, anche l’Alta rappresentante per gli affari esteri europei, Kaja Kallas, ha dichiarato che la posizione dell’Ue sugli attacchi statunitensi nei Caraibi e nel Pacifico è quella di sostenere il diritto internazionale: “L’uso della forza è giustificato solo per autodifesa o in base a una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.

Nonostante le tensioni e gli assenteismi, diversi sono gli argomenti trattati durante il vertice.

Dal multilateralismo alla sicurezza dei cittadini

“Siamo spinti dalla volontà di approfondire i legami storici che ci uniscono, in un momento in cui il multilateralismo è messo in discussione in tutto il mondo e persiste la necessità di un ordine internazionale più giusto, equo e democratico”, si legge nella nota della dichiarazione congiunta.

Tanti i temi al centro del vertice. I leader hanno ribadito la loro adesione ai principi e agli scopi della Carta delle Nazioni Unite, in particolare l’uguaglianza sovrana degli Stati e il rispetto dell’integrità territoriale e dell’indipendenza politica, e hanno ribadito la loro opposizione alla minaccia o all’uso della forza e a qualsiasi azione non conforme al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite.

Per questo i leader hanno sottolineato l’importanza di rafforzare il sistema multilaterale, con le Nazioni Unite al centro, e di promuovere una governance globale più efficace, inclusiva, trasparente e democratica, nel pieno rispetto del diritto internazionale.

Gli affari esteri Ue-Celac

Anche il conflitto russo-ucraino e la questione in Medio Oriente sono stati temi al centro del vertice. I leader hanno espresso le proprie preoccupazione circa l’impatto negativo del crescente numero di guerre e conflitti in tutto il mondo. Sostengono gli sforzi volti a raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina e a promuovere un dialogo politico volto a una pace giusta.

Così come hanno invitato tutte le parti coinvolte nel conflitto a Gaza a impegnarsi pienamente nell’attuazione di tutte le fasi del Piano globale per porre fine alla guerra e ad astenersi da qualsiasi azione che possa mettere a repentaglio l’accordo. I leader hanno inoltre chiesto un accesso immediato e senza ostacoli e una distribuzione sostenuta degli aiuti umanitari su larga scala sia all’interno che all’esterno di Gaza.

Commercio e investimenti

Per quanto riguarda il tema del commercio e degli investimenti reciproci, nell’ultimo decennio, gli scambi di beni con la Celac sono cresciuti di oltre il 52% e gli scambi di servizi sono quasi raddoppiati. Oltre un milione di posti di lavoro nell’Ue sono legati alle esportazioni verso i paesi dell’America Latina e dei Caraibi.

Clima, ambiente e transizione energetica

I leader hanno accolto con favore e promesso il loro sostegno al successo della Cop30 a Belém, in Brasile. “Riconosciamo la necessità di riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni di gas serra in linea con la traiettoria di 1,5°C e intensificheremo i nostri sforzi di conseguenza, in linea con l’accordo di Parigi”, continua la nota congiunta. In questo contesto, sfrutteranno il potenziale della strategia Global Gateway per rafforzare l’interconnessione energetica regionale in America Latina e nei Caraibi.

Trasformazione digitale

I leader hanno ribadito il loro impegno a rispettare, proteggere e promuovere tutti i diritti umani nello spazio digitale. “Promuoveremo un’intelligenza artificiale sicura, protetta e affidabile e la sua governance etica, con un approccio responsabile e inclusivo, investimenti in infrastrutture digitali sicure e sviluppo delle capacità, e sosterremo una trasformazione digitale incentrata sull’uomo, sicura e aperta”, hanno aggiunto i leader nella dichiarazione congiunta.

Il vertice Ue-Celac ha riconosciuto i progressi compiuti dall’Alleanza digitale lanciata nel 2023 nell’ambito della strategia Global Gateway, che promuove la collaborazione, gli investimenti e lo scambio di buone pratiche tra l’Ue e la regione Alc. Hanno inoltre riconosciuto la necessità di affrontare e contrastare la disinformazione e l’incitamento all’odio, collaborando con tutte le parti interessate attraverso la diffusione di informazioni affidabili, verificabili, oggettive e contestualizzate.

Cooperazione sulla sicurezza dei cittadini

A seguire: il grande tema della Sicurezza. I leader hanno ribadito la loro determinazione a intensificare gli sforzi biregionali per affrontare le sfide comuni e rafforzare lo stato di diritto. Hanno sottolineato la loro priorità comune di rafforzare la cooperazione nello smantellamento delle reti criminali transnazionali, in particolare quelle coinvolte in:
• il traffico illecito di droga, armi da fuoco, munizioni ed esplosivi
• criminalità informatica
• tratta di esseri umani
• traffico di migranti
• estrazione mineraria illegale
• crimini che colpiscono l’ambiente
• traffico illecito di beni culturali
• reati finanziari

Nell’ambito del vertice è stata lanciata l’Alleanza Ue-America Latina e Caraibi per la sicurezza dei cittadini, che mira a rafforzare la cooperazione proprio in questa direzione.