L’Ue riconosce l’emergenza casa: per il comitato Hous servono 270 miliardi di euro all’anno

Tra il 2010 e il secondo trimestre del 2025, i prezzi delle case nell'Ue sono saliti del 60,5%
4 ore fa
5 minuti di lettura
Casa Crisi Ue Canva

Il Parlamento europeo ha messo nero su bianco la portata della crisi abitativa. La bozza di relazione presentata a ottobre scorso dal comitato speciale Hous quantifica per la prima volta il deficit di investimenti necessari: 270 miliardi di euro all’anno per colmare il gap tra domanda e offerta di alloggi accessibili.

Il documento, redatto dal deputato spagnolo Borja Giménez Larraz del gruppo Ppe, identifica la causa principale del problema nell’insufficiente costruzione di nuove abitazioni e nella mancanza di investimenti pubblici e privati nell’ultimo decennio. Ma la proposta ha subito innescato polemiche: i socialdemocratici l’hanno giudicata priva di misure concrete, mentre i Verdi hanno criticato l’assenza di un’analisi sulla finanziarizzazione del mercato immobiliare.

Il quadro tracciato dal comitato

Il rapporto parte da numeri che non lasciano spazio a interpretazioni. Tra il 2010 e il secondo trimestre del 2025, i prezzi delle case nell’Ue sono saliti del 60,5%, mentre gli affitti hanno registrato un incremento del 28,8%. Le cifre dell’inflazione generale, cresciuta del 36% nello stesso periodo, amplificano l’impatto di questi rincari sul potere d’acquisto delle famiglie.
Per rispondere a questa emergenza, la Banca europea per gli investimenti ha lanciato a giugno 2025 il primo piano d’azione per l’edilizia abitativa accessibile, con strumenti finanziari che includono finanziamenti del debito, prestiti intermediati e servizi di consulenza.

La revisione intermedia della politica di coesione proposta dalla Commissione prevede la possibilità di raddoppiare i fondi disponibili per l’edilizia abitativa accessibile, con l’opzione per gli Stati membri di riallocare parte dei programmi di finanziamento attuali. Tuttavia, la Corte dei conti europea ha sottolineato che la proposta non include alcun riferimento a un’analisi dei gap che identifichi dove sia più necessario l’intervento dell’Ue. Il documento riconosce che i soli fondi di coesione non possono risolvere la crisi in corso.

Durante la riunione straordinaria del 9 ottobre 2025 a Strasburgo, i membri del comitato hanno incontrato Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione per la prosperità e la strategia industriale, discutendo anche del tema degli affitti a breve termine. La relazione sarà ora rivista dopo una consultazione e utilizzata per sviluppare il primo Piano Ue per l’edilizia abitativa accessibile, la cui pubblicazione è prevista entro la fine del 2025.

Il monito del Cese

​Anche il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha esortato la Commissione europea a elaborare un piano d’azione europeo per gli alloggi a prezzi accessibili. Durante il dibattito nella plenaria del Cese del 18 settembre scorso, Aurel Laurenţiu Plosceanu, vicepresidente del Cese responsabile della comunicazione ha dichiarato: “L’Ue ha bisogno di un piano d’azione per rendere il diritto alla casa una realtà e integrarlo saldamente nel diritto dell’Ue”.

Nella sessione plenaria il Comitato ha adottato il parere Per un piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili – il contributo della società civile, elaborato da John Comer e Thomas Kattnig. Il documento evidenzia che il diritto a un alloggio dignitoso, sostenibile e a prezzi accessibili deve essere ufficialmente sancito dal diritto primario dell’Ue, e invita la Commissione a elaborare un piano d’azione per trasformare le parole in fatti.

“La sostenibilità va di pari passo con l’accessibilità economica. Sono tanti i cittadini che non hanno i mezzi per pagarsi un alloggio. Nelle città europee molti abitanti devono destinare fino al 40 % del loro salario all’alloggio”, ha spiegato Comer.

Le proposte della bozza sotto accusa

Il documento elaborato dal comitato speciale Hous propone di aumentare l’offerta abitativa riducendo gli oneri normativi e promuovendo la semplificazione. Sottolinea la necessità di migliorare la disponibilità di terreni edificabili, soprattutto nelle aree densamente popolate, invitando le autorità pubbliche a mobilitare i terreni di proprietà pubblica e facilitare i processi di zonizzazione per la costruzione di alloggi sociali e accessibili. Riconosce anche l’importanza di riconvertire gli edifici pubblici inutilizzati in alloggi sociali, dove pertinente, e di fornire soluzioni abitative pubbliche per gruppi specifici come giovani, studenti e famiglie a basso e medio reddito.

Ma le critiche non si sono fatte attendere. Andreas Schieder, relatore ombra per i socialdemocratici, ha dichiarato pochi secondi dopo la presentazione di Larraz di essere rimasto deluso dalla sostanza della proposta: “Sfortunatamente nessuno di questi problemi è menzionato in questa relazione. Come comitato per la casa avevamo un mandato e il rapporto e il mandato non sono compatibili, a mio parere”. I socialdemocratici hanno criticato l’assenza di misure concrete e l’omissione di elementi chiave necessari per affrontare efficacemente la crisi.

Anche Maria Ohisalo, eurodeputata dei Verdi finlandesi, pur apprezzando il riconoscimento del ruolo delle autorità locali e l’attenzione al problema dei senzatetto, ha evidenziato carenze strutturali: “Non crediamo che la mancanza di alloggi accessibili sia semplicemente un’offerta insufficiente, ma che ci siano altre cause profonde, tra cui alloggi inadeguati, l’aumento dei costi delle utenze, la finanziarizzazione degli alloggi. Semplicemente costruire più case non risolverà da solo la crisi”. Housing Europe, l’organizzazione che rappresenta le cooperative e le società di edilizia sociale, ha osservato che sebbene la relazione suggerisca opzioni che potrebbero apportare piccoli miglioramenti per alcuni gruppi, trascura azioni strutturali che potrebbero fare una differenza reale e a lungo termine (come invece richiesto dal Cese).

I numeri della crisi nei 27 Stati

Le differenze tra i Paesi membri sono marcate e in alcuni casi drammatiche. Tra il 2010 e il secondo trimestre del 2025, i prezzi delle case sono più che triplicati in Ungheria (+277%) ed Estonia (+250%), e sono raddoppiati o più che raddoppiati in dieci Stati: Lituania (+202%), Lettonia (+162%), Cechia (+155%), Portogallo (+141%), Bulgaria (+133%), Austria (+117%), Lussemburgo (+112%), Slovacchia (+105%), Polonia (+104%) e Croazia (+102%). L’Italia è l’unico Paese dove i prezzi delle case sono diminuiti (-1%) anche a causa della loro obsolescenza e scarsa efficienza energetica.​

Per quanto riguarda gli affitti, nello stesso periodo gli aumenti più elevati si sono registrati in Estonia (+218%), Lituania (+192%), Ungheria (+125%) e Irlanda (+117%). Solo la Grecia ha visto una diminuzione dei prezzi degli affitti (-9%). Le città più costose per affittare sono Dublino, con una media di 40 euro al metro quadro al mese (+5 euro rispetto al terzo trimestre 2024), Londra con 39,30 euro al metro quadro (+1,70 euro) e Ginevra con 34,50 euro al metro quadro. Berlino, Madrid, Roma, Parigi, Amsterdam e Dublino hanno affitti mediani al metro quadro che si attestano intorno ai 31,50 euro.

Il sovraffollamento abitativo colpisce in modo crescente i nuclei familiari europei. La quota di inquilini che vivono in case sovraffollate è salita dal 20,4% del 2014 al 24,4% del 2024 nell’intera Ue. Il fenomeno è particolarmente pronunciato nel Nord e nell’Est Europa, ma aumenti significativi si registrano anche in Occidente: Germania (+4,9 punti percentuali), Belgio (+4,6 punti), Spagna (+3,8 punti) e Svezia (+4,0 punti). Tra gli inquilini, la situazione è ancora più acuta: Belgio (+9,0 punti), Spagna (+8,0 punti) e Irlanda (+7,9 punti) mostrano incrementi marcati, mentre in Germania il 18,4% degli inquilini vive ora in alloggi sovraffollati, contro l’11,5% di dieci anni fa.

Quasi 1,3 milioni di persone nell’Ue vivono senza dimora, e le cifre sono in aumento in diversi Stati, tra cui Finlandia, Danimarca e Irlanda. La Finlandia, tradizionalmente considerata un modello nelle politiche contro il fenomeno, ha registrato un aumento del numero di senzatetto negli ultimi due anni, il primo incremento in un decennio, in concomitanza con uno spostamento politico verso destra e il ridimensionamento delle misure di contrasto. La Repubblica Ceca registra il tasso più alto di persone senza dimora in rapporto alla popolazione, con oltre 230.000 individui in condizioni abitative precarie o senza casa su 10 milioni di abitanti.

Quando la crisi abitativa degli alloggi diventa questione elettorale

Le recenti elezioni in Irlanda e a New York sono la dimostrazione politica di quanto grave sia diventata l’housing crisis.

Catherine Connolly ha vinto le elezioni presidenziali in Irlanda portando il tema al centro della sua proposta. Dieci giorni dopo, Zohran Mamdani è stato eletto sindaco di New York con una netta maggioranza (50,4% dei voti contro il 41,6% di Andrew Cuomo e il 7,1% di Curtis Sliwa) dopo aver messo la questione degli alloggi accessibili al centro della sua campagna elettorale. Il primo sindaco musulmano della città ha promesso di congelare gli affitti per due milioni di newyorkesi e di abbassare il costo della vita in una città sempre più divisa tra ricchi e poveri.

Secondo un sondaggio condotto dall’Eurobarometro prima delle elezioni europee 2024, un terzo dei cittadini europei considera la lotta alla povertà e all’esclusione sociale una priorità, mentre quasi un quarto indica la mancanza di alloggi sociali e il fenomeno dei senzatetto tra le prime cinque preoccupazioni a livello nazionale. Oltre un terzo dei sindaci europei (39%) riferisce che i costi abitativi sono insostenibili nelle loro città e anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha definito la situazione “più di una crisi abitativa, una crisi sociale”, nominando il danese Dan Jørgensen primo commissario Ue per l’edilizia abitativa.

I prossimi mesi saranno cruciali per capire le evoluzioni normative successive alla proposta del comitato Hous.

Da non perdere

Sergio Mattarella Cernobbio 2025 Ipa Ftg

L’Europa va difesa, il messaggio forte dal Forum di Cernobbio – Ascolta

Dalle parole forti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alle analisi di
Google

Multa a Google e Shein, ma gli eurodeputati denunciano: “Bruxelles ha congelato un’altra multa verso il colosso Usa”

Usa e Francia sanzionano Google. Parigi multa anche Shein. Ma secondo gli