La Lituania inizierà ad abbattere i palloni aerostatici utilizzati per contrabbandare sigarette dalla vicina Bielorussia. Ad annunciarlo ieri è stata la premier della Lituania Inga Ruginiene, dopo la riunione del Consiglio di sicurezza tenutosi ieri, durante il quale si è deciso anche di chiudere il confine con il paese vicino.
La misura è stata presa dopo che l’ingresso di palloni nello spazio aereo lituano ha costretto l’aeroporto di Vilnius a chiudere più volte nel corso della scorsa settimana, anche nel weekend, e ogni volta il governo si era ritrovato obbligato a chiudere temporaneamente i valichi di frontiera. In tutta risposta, la Lituania chiude i posti di blocco di frontiera.
“Siamo pronti ad adottare anche le misure più severe qualora il nostro spazio aereo venisse violato ancora”, ha affermato la prima ministra Inga Ruginiene. Verrà fatta ”eccezione per i diplomatici e i cittadini della Ue che lasciano la Bielorussia. In questo modo mandiamo un segnale alla Bielorussia e diciamo che qui non sarà tollerato alcun attacco ibrido, prenderemo tutte le misure più severe per fermare tali attacchi”, ha aggiunto la premier citata dall’emittente pubblica Lrt.
Autocrats are once again testing the resilience of EU and NATO against hybrid threats.
In recent days, dozens of helium balloons from Belarus have entered our airspace – drifting toward major airports and disrupting civil aviation.
This calls for a united, resolute response:…
— Inga Ruginienė (@IRuginiene) October 27, 2025
Palloni aerostatici e droni nei Paesi Nato
Non è la prima vola che si verificano attacchi ibridi di questo tipo. Già in passato, droni stranieri avevano sorvolato i cieli di alcuni degli Stati membri dell’Unione europea che si trovano al confine con la Bielorussia e la Russia.
La Lituania, nello specifico, ha in programma di consultare i suoi alleati della Nato in merito alla minaccia rappresentata dai palloni e potrebbe discutere l’attivazione dell’articolo 4 del Trattato Nato, cioè una richiesta di consultazione da parte di un Paese membro dell’Alleanza su qualsiasi questione di interesse, in particolare in relazione alla propria sicurezza.
Secondo il Baltic News Service, gli aeroporti del Paese sono stati costretti a chiudere tre volte solo nell’ultimo fine settimana, creando non pochi disagi agli oltre 160.500 passeggeri destinati su 112 voli.
Dall’inizio dell’anno e fino al 6 ottobre, sono stati registrati 544 palloni provenienti dalla Bielorussia e diretti in Lituania. Lo ha confermato un portavoce del Centro nazionale di gestione della crisi (Ncmc). L’anno scorso ne sono stati registrati 966.
“Ciò richiede una risposta unita e risoluta”, scrive la premier della Lituania su X, la quale chiede:
• Sanzioni più severe contro la Russia e il suo rappresentante, la Bielorussia;
• Attivazione delle squadre di risposta ibride dell’Ue e misure Frontex;
• Il continuo isolamento dei regimi ostili e la garanzia che siano ritenuti responsabili delle loro azioni;
• Rafforzamento delle capacità di difesa delle infrastrutture.
“La nostra risposta determinerà fino a che punto oseranno spingersi gli autocrati”, ha concluso.
Anche a Copenaghen e Monaco di Baviera si sono verificate incursioni aeree, tra cui avvistamenti di droni, nelle ultime settimane.
Europe stands in full solidarity with Lithuania in the face of the persistent incursions of helium smuggling balloons into its airspace.
This is destabilisation.
This is provocation.We call it by its name: a hybrid threat.
We will not tolerate it.This is yet another reason…
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) October 27, 2025
Il fronte scoperto a Est dell’Ue
“Attendo con impazienza i progetti faro sulla difesa europea anti-droni e anche sorveglianza del fianco europeo” al fine di potenziare le capacità Ue di rilevamento e difesa aerea, soprattutto a corto raggio. Lo aveva affermato il presidente lituano Gitanas Nauseda entrando alla riunione del Consiglio europeo a Bruxelles lo scorso 23 ottobre.
“Abbiamo bisogno di soldi per questo, e sono felice di dire che ora abbiamo la soluzione: il programma Edip sarà utilizzato parzialmente per questo scopo”, continuava, alludendo agli sviluppi riguardanti il Programma per l’industria della difesa europea (Edip), su cui il Consiglio ha raggiunto un accordo provvisorio la settimana precedente. “E potremmo aspettarci che non ci sarà bisogno di aspettare fino al prossimo quadro finanziario pluriennale, che faremo il nostro lavoro a partire da oggi”.
Trovandosi su, e “proteggendo”, il fianco orientale dell’Ue, la Lituania “affronta alcuni oneri sproporzionati legati alla sorveglianza e alla protezione. Soprattutto considerando quante minacce arrivano ogni giorno”, spiega Nauseda, riferendosi alle violazioni dello spazio aereo diventate “routine”. “Recentemente l’aeroporto di Vilnius è stato fermato per diverse ore a causa di palloni meteorologici che volavano in giro”, ricordava, sottolineando che la questione riguarda tutti i Paesi di confine. “È molto importante capire che abbiamo bisogno di decisioni nazionali. E il mio Paese è pronto a finanziare la nostra difesa con il 5,38% l’anno prossimo, un livello di spesa piuttosto alto. Ma abbiamo bisogno anche di programmi europei”, concludeva il presidente.
Che ci sia un problema con il fronte est dell’Unione europea e più in generale della Nato è chiaro anche alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen la quale ha espresso la propria solidarietà nei confronti dei Paesi coinvolti dalle incursioni esterne: “L’Europa esprime piena solidarietà alla Lituania di fronte alle continue incursioni di palloni di contrabbando di elio nel suo spazio aereo. Questa è destabilizzazione. Questa è una provocazione. La chiamiamo con il suo nome: una minaccia ibrida. Non lo tollereremo. Questo è un ulteriore motivo per accelerare le nostre iniziative di punta: l’Eastern Flank Watch e l’iniziativa europea di difesa contro i droni”, ha scritto su X, von der Leyen
Eastern Flank Watch e il muro di droni
La presidente dell’esecutivo Ue fa riferimento all’Eastern Flank Watch, cioè il progetto di difesa dell’Unione europea che mira a creare una rete di sorveglianza e protezione al fianco orientale del continente. Una delle strategie per il monitoraggio è l’impiego del cosiddetto “Muro di doni”, mezzi intercettori che si ispirano al modello della tecnologia impiegata dall’Ucraina per difendersi dalla Russia e che rientra nella Roadmap on European Defence Readiness 2030”: la strategia che punta a rafforzare la difesa europea nei prossimi cinque anni.
