Mosca continua a mostrare i muscoli all’indirizzo degli Stati Uniti, dell’Ucraina e del mondo intero. Il presidente russo Vladimir Putin ieri ha fatto sapere che la Russia ha testato “con successo“ un’arma “senza eguali”, un missile a propulsione nucleare: Burevestnik. Un nome che indica un’intenzione, quella di far paura. In russo, infatti, Burevestnik significa ‘procellaria’, l’uccello che secondo i marinai annuncia l’arrivo di una tempesta.
“I test decisivi sono ora completati”, ha dichiarato Putin durante un incontro con i vertici militari in un video di 12 minuti diffuso dal Cremlino, nel quale il leader russo ha anche ordinato al capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov di “determinare i possibili utilizzi (del missile, ndr) e iniziare a preparare le infrastrutture per l’impiego di queste armi nelle nostre forze armate”. Ovvero, per renderlo disponibile all’esercito.
La nuova arma darebbe a Mosca un vantaggio offensivo notevole, sostiene il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, che ha affermato che l’Ucraina non sarebbe in grado di produrre missili capaci di colpire profondamente il territorio russo senza componenti importati dall’Europa. “Possono essere britannici, possono essere tedeschi, italiani, qualsiasi tipo. È evidente che l’Ucraina stessa difficilmente sarebbe in grado oggi di produrre tali missili, e almeno i componenti principali e i blocchi di questi missili sono puramente importati dall’Europa”, ha detto il portavoce alla tv di Stato, citato da Interfax.
Cos’è il missile Burevestnik
Secondo i generali russi, il nuovo missile intercontinentale 9M730 Burevestnik durante il test ha percorso 14mila km e ha trascorso in volo 15 ore, ma, sostengono, l”uccello delle tempeste’ potrebbe fare il giro del mondo grazie alla sua propulsione nucleare. Inoltre, poiché è in grado di trasportare teste nucleari, potrebbe lanciarle per ogni dove, in modo imprevedibile, durante il suo ‘viaggio’. Infine, il super missile sarebbe difficilmente intercettabile dai radar nemici perché volerebbe a un’orbita bassa – 50 o 100 metri.
Gerasimov ha detto che Burevestnik può colpire “bersagli altamente protetti a qualsiasi distanza con precisione garantita”, bypassando “i sistemi antimissile e di difesa aerea”.
Anche la Nato ha un nome per il nuovo missile: SSC-X-9 Skyfall, facendo riferimento al film del 2012 di James Bond. In italiano è traducibile come ‘caduta dal cielo’. In entrambi i casi, non promette nulla di buono. Tuttavia, secondo alcuni esperti, proprio il fatto di poter rimanere in volo così a lungo potrebbe rivelarsi il suo tallone d’Achille, perché ne aumenterebbe la vulnerabilità. Rimane il fatto che con una gittata stimata in 20mila km, la Russia potrebbe colpire ovunque gli Stati Uniti oltre ovviamente qualsiasi parte dell’Europa, come il segretario della Nato va ripetendo da mesi, ben prima del Burevestnik.
Il test annunciato ieri si sarebbe svolto il 21 ottobre, ma, dato che le informazioni arrivano dal Cremlino, è complesso verificarle e capire se il test sia effettivamente stato un successo e quali siano le caratteristiche del nuovo missile. D’altronde, Putin già nel 2018 aveva fatto sapere nel discorso alla nazione che la Russia stava lavorando a quest’arma, un progetto risalente all’Unione Sovietica e peraltro avviato anche dagli statunitensi. Questi ultimi poi vi avevano rinunciato perché troppo pericoloso e imprevedibile.
Nel 2019 un test da parte russa provocò la morte di cinque ingegneri nucleari e due militari, oltre a far impennare la radioattività. Secondo gli Usa il tentativo aveva riguardato proprio il Burevestnik. Nel 2023, poi, il Cremlino aveva già riferito di un test con esito finale positivo per il razzo.
La propaganda di Putin
L’annuncio di Putin ha una finalità propagandistica: il leader russo ha definito la nuova arma una risposta alle capacità militari statunitensi e occidentali. La scorsa settimana il presidente americano Donald Trump ha concesso a Kiev l’uso dei Patriot a stelle e strisce, mentre ha escluso categoricamente (almeno per il momento), l’ipotesi di fornire l’Ucraina dei missili Tomahawk in grado di colpire la Russia in profondità. Ma il discorso è sul piatto e il premier ucraino Volodymyr Zelensky confida di spuntarla, allo stesso modo in cui, ha detto, le sanzioni Usa sembravano impossibili e poi sono arrivate.
Putin intende comunque far sapere a Usa e alleati che la Russia è ancora potente militarmente, non la ‘tigre di carta’ descritta da Trump a settembre il quale, inoltre, a giorni alterni afferma che l’Ucraina possa vincere il conflitto. In sostanza, il leader russo vuole sedersi a un eventuale tavolo di pace in posizione di assoluta forza, reale o ostentata. Sul campo, infatti, la Federazione non è ancora riuscita a ottenere i suoi obiettivi, tanto che Mosca ha chiesto come precondizione per aprire i negoziati la cessione da parte di Kiev di tutto il Donbass, anche le parti che non è riuscita ad occupare.
Trump: “La Russia pensi a fare la pace, non a testare missili”
Trump ha definito ”non appropriato” l’annuncio del leader del Cremlino del test militare. Parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One diretto in Giappone, Trump ha detto che Putin ”dovrebbe far finire la guerra” in Ucraina ”invece di testare missili”. E ha poi aggiunto che quella in Ucraina è ”una guerra che avrebbe dovuto durare una settimana mentre sta per iniziare il suo quarto anno”.
Le sanzioni americane
La scorsa settimana il presidente Usa ha per la prima volta sanzionato la Russia per la sua mancanza di volontà ad arrivare a una pace. Mosca ha fatto spallucce. Dopo aver dichiarato che il Paese è abituato alle sanzioni e sa come gestire la situazione, il Cremlino ha commentato che il fatto che il tycoon abbia preso questa decisione, peraltro più volte annunciata a vuoto durante l’estate, rientra nel gioco delle parti politico, ma che cambia poco nei fatti.
Certamente “le azioni intraprese questa settimana sono state un passo ostile. Hanno realmente danneggiato le prospettive di ripresa dei nostri rapporti. Ma questo non significa che dobbiamo rinunciare a questi obiettivi. Dobbiamo fare ciò che è vantaggioso per noi”, ha spiegato Peskov chiarendo che “nonostante i diversi aspetti sollevati dal presidente degli Stati Uniti, dobbiamo comunque orientarci sui nostri interessi. I nostri interessi sono costruire buone relazioni con tutti i Paesi, compresi gli Usa”.
