“La democrazia è in pericolo”, l’allarme di Merz e Macron

Alla celebrazione della riunificazione tedesca, i due leader europei parlano chiaro: la democrazia liberale non è più un destino scontato
7 ore fa
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Friedrich Merz ed Emmanuel Macron
Da sinistra, Friedrich Merz ed Emmanuel Macron in un'immagine di repertorio (Ipa/Fotogramma)

“Un asse di stati autocratici che sfida l’ordine liberale in tutto il mondo sta sfidando direttamente le democrazie occidentali”. L’allarme lo ha lanciato il cancelliere tedesco Friedrich Merz intervenendo venerdì scorso alla celebrazione del 35° anniversario della riunificazione della Germania insieme al presidente francese Emmanuel Macron. I due leader hanno avvisato: l’Europa deve “riconquistare la capacità di difendere la propria libertà”.

“Lo splendore della democrazia liberale sta diminuendo”

I centri di potere nel mondo si stanno spostando a un livello mai visto dalla fine della Guerra Fredda“, ha sottolineato il cancelliere, avvisando che “non è più scontato che il mondo si orienterà verso di noi, che seguirà i nostri valori di democrazia liberale”. Perché “lo splendore di ciò che noi in Occidente chiamiamo democrazia liberale sta diminuendo notevolmente”, ha aggiunto.

Che Paese vogliamo essere”? ha chiesto poi Merz. “Da noi i giudici non seguono un’agenda politica; da noi vale il diritto alla libertà”, ha continuato elencando anche “le elezioni libere, la libertà di stampa e di espressione”. “Vogliamo essere un Paese libero e democratico, questo non è scontato“, ha avvertito.

Macron: “Le minacce vengono anche dall’interno”

Macron, intervenendo dopo Merz, ha aggiunto un tassello al quadro: “Siamo minacciati anche dall’esterno. Ma non dobbiamo essere ingenui. Dentro di noi ci stiamo rivoltando contro noi stessi; dubitiamo della nostra democrazia”.

“Vediamo ovunque che qualcosa sta accadendo al nostro tessuto democratico. Il dibattito democratico si sta trasformando in un dibattito d’odio“, ha avvisato. Una vera “degenerazione della democrazia” dovuta soprattutto alle piattaforme on line, controllate da aziende statunitensi e cinesi, “i cui interessi non sono affatto la sopravvivenza e il buon funzionamento della nostra democrazia“. E l’Europa è “colpevole di aver ceduto il nostro spazio democratico pubblico ai social network”.

Come se ne esce?

L’Europa non deve arrendersi ma “riconquistare la capacità di difendere la propria libertà”. E per farlo, è necessario recuperare forza economica, che si traduce nel rafforzare la competitività del blocco. Le difficoltà economiche dell’Unione, infatti, sono il terreno più fertile per i partiti di estrema destra, anti-sistema e anti-democratici.

“La politica, lo Stato, il governo hanno la loro responsabilità – ha aggiunto Merz -, ma la portata della sfida deve essere compresa da tutti noi, da ogni cittadino del nostro Paese.”

“Anni di migrazione irregolare e non regolamentata verso la Germania hanno polarizzato il nostro Paese,” ha detto ancora il cancelliere, che ha davanti a sé l’arduo compito di far uscire l’economia tedesca dal pantano in cui è finita negli ultimi anni, complici lo shock energetico seguito all’invasione russa dell’Ucraina e la guerra dei dazi avviata da Trump, che colpisce soprattutto i Paesi votati all’esportazione come per l’appunto la Germania.

L’ordine economico globale si sta riscrivendo, si sta ricostruendo“, ha detto Merz. “L’egoismo sta tornando a essere visibile. E forse è per questo che siamo diventati economicamente più deboli e che le promesse sociali che ci siamo fatti a vicenda sono oggi molto più difficili da mantenere rispetto al passato”. Merz dunque ha esortato l’Europa a “opporsi a una nuova ondata di protezionismo nel mondo“, a cercare nuovi mercati, a cercare nuove regole.

Il momento attuale, per Merz, va visto “come una chance e non come una minaccia. Non facciamoci paralizzare dalla paura“. Un discorso che vale per i tedeschi, “capaci nella tecnologia, nella qualità, nell’innovazione, nell’artigianato, nella partnership nelle imprese”, ma anche per l’Europa tutta.

Anche per Macron la strada principale per difendere la democrazia passa per la ripresa economica e dunque per la competitività del blocco. Ma il presidente francese ha anche allargato il campo: “Di fronte al ritorno dell”oscura illuminazione’ dell’autoritarismo, esiste una via verso una nuova illuminazione,” e cioè “un modo per amare la cultura, la musica, la letteratura, la conversazione e il dibattito, per credere che il rispetto e la scienza siano più forti dell’odio e della furia“.