L’Unione europea sta subendo una “guerra ibrida” e “deve essere in grado rispondere“. Queste le parole della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in plenaria al Parlamento europeo oggi a Strasburgo. “Nelle ultime due settimane – ha affermato la presidente – caccia Mig hanno violato lo spazio aereo dell’Estonia e i droni hanno sorvolato siti critici in Belgio, Polonia, Romania, Danimarca e Germania. I voli sono stati bloccati, i jet sono stati fatti decollare e sono state dispiegate contromisure per garantire la sicurezza dei nostri cittadini”.
“Un incidente può essere un errore – ha avvertito la presidente -. Due, una coincidenza. Ma tre, cinque, dieci? Questa è una campagna deliberata e mirata contro l’Europa. E l’Europa deve rispondere. Dobbiamo indagare su ogni incidente. E non dobbiamo esitare ad attribuire le responsabilità. Perché ogni centimetro quadrato del nostro territorio deve essere protetto e sicuro”.
Parole forti, quelle di Ursula von der Leyen all’Europarlamento, che sottolineano l’urgenza di costruire una capacità di Difesa tale da non farsi trovare impreparati dinanzi ad una eventuale escalation del conflitto russo-ucraino e dell’invasione dello spazio aereo della Nato da parte di droni provenienti da Mosca. “Perché se esitiamo ad agire – continua nel suo discorso -, la zona grigia non farà che espandersi”.
Come intende reagire l’Ue?
Per la presidente della Commissione, tre sono i punti sui quali concentrarsi per creare una risposta credibile alla minaccia russa:
- “Abbiamo bisogno di un sistema che sia accessibile e adatto allo scopo. Per un rilevamento rapido, un’intercettazione rapida e, quando necessario, una neutralizzazione rapida”. In questo senso, per Ursula von der Leyen, l’Ucraina è un esempio, “sia in termini di capacità, ma soprattutto per il loro ecosistema di rapida innovazione. E l’Ucraina è pronta a sostenere i nostri sforzi. Il muro di droni contribuirà anche all’Eastern Flank Watch, cioè il sistema di difesa terrestre con fortificazioni e sistemi anti-mobilità, la barriera europea contro i droni, la sicurezza marittima nel Mar Baltico e nel Mar Nero e il monitoraggio satellitare.
- L’impiego di capacità critiche. “Per ciascuna di queste, formeremo “Coalizioni di capacità collettive”, gruppi di Stati membri impegnati a raggiungere risultati concreti insieme e in tempi rapidi. Abbiamo già visto questo modello di nazione guida dare risultati concreti. Pensate alle iniziative guidate da Repubblica Ceca e Danimarca per fornire armi e munizioni all’Ucraina: un grande successo”.
- Far crescere l’industria europea della difesa. “Dagli strumenti di sicurezza informatica ai materiali avanzati per la cantieristica navale e l’aerospaziale. I nostri nuovi investimenti nella difesa possono e devono contribuire alla competitività dell’Europa. Ecco perché almeno il 65% di qualsiasi progetto finanziato nell’ambito del programma Safe deve essere basato nella nostra Unione. Si tratta di denaro europeo e vogliamo vedere un ritorno sull’investimento di questo denaro europeo in posti di lavoro qui in Europa”.
Una roadmap per la Difesa 2030
La Commissione europea presenterà “presto” una “roadmap” per attuare il piano Readiness 2030, come è stato ribattezzato ReArm Eu, il piano di riarmo dell’Ue. “L’agenda Readiness 2030 – ricorda – mobiliterà fino a 800 miliardi di euro per la difesa, anche attraverso nuovi strumenti come Safe. Ora abbiamo bisogno di un piano paneuropeo preciso, strettamente coordinato con la Nato, su come procedere. Questo è il fulcro del documento di definizione che ho presentato ai leader a Copenaghen la scorsa settimana”. E, assicura, “presto presenteremo la nostra ‘Preserving Peace – Readiness Roadmap 2030‘. Questa non solo definirà obiettivi comuni, ma anche traguardi concreti per il 2030. Perché solo ciò che viene misurato, viene fatto”, conclude.
“Dobbiamo essere pronti a uscire dalla nostra zona di comfort. Dobbiamo esplorare nuovi modi di fare le cose. E, soprattutto, dobbiamo scoraggiare chiunque cerchi di danneggiare il nostro territorio e la nostra gente. La scelta che abbiamo davanti è semplice. Possiamo tirarci indietro e assistere all’escalation delle minacce russe, oppure affrontarle con unità, deterrenza e determinazione. So da che parte stare”, ha concluso la presidente Ursula von der Leyen.