Interferenze GPS sul volo di von der Leyen: accuse a Mosca, poi la smentita

I dati di volo e Sofia smentiscono l’allarme. La Commissione ora precisa: “Mai detto che fosse un attacco mirato”
4 ore fa
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Ursula von der Leyen e Petteri Orpo, premier finlandese
Ursula von der Leyen e Petteri Orpo, premier finlandese (Afp)

Tanto rumore per nulla? Dopo aver confermato che venerdì scorso l’aereo che portava la presidente della Commissione Ursula von der Leyen a Plovdiv, in Bulgaria, era dovuto atterrare con le mappe cartacee a causa di interferenze (jamming) che avrebbero reso inutilizzabili i sistemi GPS dell’aeroporto, l’Ue ha accusato Mosca (“palese interferenza della Russia”), mentre Sofia che annunciava indagini. Il Cremlino smentiva prontamente e bollava come fantascienza la ricostruzione dei fatti. Ora l’esecutivo europeo si rimangia quanto sostenuto.

Intanto lunedì scorso il servizio di tracciamento dei voli Flightradar24 ha fatto sapere via X due cose importanti: che il volo charter di von der Leyen era programmato per durare 1 ora e 48 minuti e ci ha impiegato 1 ora e 57 minuti. Dunque, solo 9 minuti in più. E che “il transponder dell’aereo ha segnalato una buona qualità del segnale GPS dal decollo all’atterraggio”. Il che significa che non sono registrate interferenze.

Lo stesso giorno, in conferenza stampa, la portavoce capo della Commissione europea Paula Pinho confermava le interferenze al GPS e che il velivolo era atterrato in sicurezza.

Nella stessa giornata, parlando ai giornalisti a Burgas, il premier bulgaro Rosen Zhelyazkov ha poi minimizzato l’incidente, definendolo un errore “all’ordine del giorno, una delle conseguenze collaterali, ma non trascurabili” della guerra in Ucraina. Zhelyazkov ha aggiunto: “Non c’è bisogno di indagare sulla situazione, perché questi disordini non sono né minacce ibride né minacce informatiche”.

Mentre il ministro dell’Interno Daniel Mitov ha affermato: “Il dipartimento per la criminalità informatica del Servizio per la lotta contro la criminalità organizzata è stato incaricato di verificare se si trattasse di un attacco informatico. Possiamo affermare categoricamente che non è così”.

Come se non bastasse, le autorità bulgare hanno rilevato che l’aereo era dotato di un sistema elettronico di backup che utilizzava raggi radio per poter atterrare, senza dover usare mappe cartacee.

Quest’oggi anche la Commissione ‘mette una pezza’, con la portavoce Arianna Podestà che ha dichiarato: “Non abbiamo mai detto che l’interferenza al segnale Gps riscontrata dall’aereo sul quale volava la presidente Ursula von der Leyen in Bulgaria sia stata espressamente contro di lei”.

Intanto le due principali agenzie dell’Unione per il traffico aereo, Eurocontrol e l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa), stanno esaminando i fatti, come ha fatto sapere la stessa Easa in una nota, aggiungendo che “dipendono dalle autorità competenti” in Bulgaria per fornire resoconti ufficiali.

Il problema jamming e spoofing rimane

Pinho ha precisato martedì che, “indipendentemente da quanto accaduto in quel particolare volo”, si è verificato un aumento “considerevole e molto notevole” di jamming e spoofing (un attacco che fa credere ai sistemi di navigazione di essere in una posizione o di avere un tempo diversi da quelli reali) soprattutto dall’inizio della guerra in Ucraina. Un fenomeno che colpisce sin particolare l’area del Mar Baltico e degli stati dell’Europa orientale, più esposti alla minaccia russa per ragioni geografiche e storiche.

Tanto che lo scorso maggio 8 governi hanno chiesto un intervento contro “il drammatico aumento di interferenze e falsificazioni dei segnali per gli aerei“. “Non sono incidenti casuali, ma un’azione sistematica e deliberata da parte di Russia e Bielorussia, che può essere utilizzata come un attacco ibrido allo spettro radio strategico, essenziale per la tecnologia moderna e la sicurezza regionale”, si legge nella lettera indirizzata al Consiglio dell’Unione europea.

il Commissario per lo Spazio Andrius Kubilius lunedì scorso ha commentato su X: “Il jamming e lo spoofing danneggiano le nostre economie aeree, marittime e dei trasporti. Il nostro progetto spaziale Galileo dell’Ue può aiutare! Forniamo già un servizio di autenticazione per rilevare lo spoofing. Aumenteremo i satelliti nell’orbita terrestre bassa per verificarne la robustezza e miglioreremo il rilevamento delle interferenze”.

Va precisato che gli aerei dispongono di adeguati sistemi di backup e che, per quanto fastidiose e problematiche, le interferenze ai GPS non provocano di per sé incidenti, perché ci sono altri sistemi, sia a bordo dell’aereo che a terra, su cui i piloti possono fare affidamento. Tuttavia, possono contribuire a provocare incidenti in caso ci siano altre problematiche in corso, come un’avaria.

In seguito all’episodio, lunedì la Commissione ha annunciato nuove misure per difendersi da un fenomeno che negli ultimi anni è diventato pervasivo e che, al di là dei danni concreti, può essere percepito come atto ostile e logorante, e come una dimostrazione di potere da parte di Mosca.

Ma dover smentire se stessa rispetto alle accuse formulate verso la Russia non giova certo all’immagine dell’esecutivo europeo.

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