Zelensky ha concluso la sua visita lampo a Londra con un colloquio a Downing Street insieme al premier britannico Keir Starmer. L’incontro, definito da entrambi “proficuo e produttivo”, si colloca in un momento cruciale: domani Donald Trump e Vladimir Putin si vedranno faccia a faccia di Anchorage, in Alaska, in un summit carico di tensione e di aspettative.
Poche ore fa, parlando della mediazione americana, Vladimir Putin ha consolidato l’andamento di questi giorni, in cui i leader sono più convinti nel prospettare un accordo rispetto ai mesi precedenti. Gli stessi mesi, tuttavia, obbligano gli europei e gli alleati ad aver un approccio più cauto sulle prospettive future del conflitto.
L’incontro in Uk: “Senso di unità e forte determinazione”
La stretta di mano silenziosa tra Zelensky e Starmer davanti al numero 10 di Downing Street ha sostituito le dichiarazioni. Nessuna conferenza stampa, solo l’abbraccio tra due leader che sanno di trovarsi di fronte a ore decisive. Il premier britannico non ha nascosto l’importanza del momento: il vertice di domani in Alaska rappresenta “un’occasione reale per fare progressi, a condizione che Putin agisca per dimostrare che è serio sulla pace”, ha dichiarato Keir Starmer.
Le videocall di ieri tra Trump e i leader del Vecchio Continente hanno fatto emergere, secondo Starmer e Zelensky, “un potente senso di unità e una forte determinazione a raggiungere una pace giusta e duratura” da parte dell’Occidente. Una coesione che l’Ucraina considera essenziale per arrivare preparata al tavolo negoziale. Il presidente ucraino ha messo in chiaro che la necessità di fare pressioni concrete su Mosca per “fermare le uccisioni e svolgere un’azione diplomatica autentica”.
La sfida dei droni: l’arma del futuro
Tra i temi centrali dell’incontro con Starmer spicca l’investimento nella produzione di droni, settore dove l’Ucraina ha sviluppato capacità “eccezionali”. Il presidente ucraino non ha nascosto l’urgenza: “I droni svolgono un ruolo decisivo in prima linea e abbiamo urgente bisogno di finanziamenti per aumentare i volumi di produzione“.
La guerra ha trasformato questi dispositivi da strumenti di sorveglianza a protagonisti assoluti del campo di battaglia. L’Ucraina ha dimostrato di saper innovare sotto pressione, sviluppando soluzioni low-cost ma efficaci che stanno cambiando le regole del conflitto moderno.
L’accordo di partenariato centennale
Sullo sfondo delle trattative immediate, si muove anche la strategia di lungo periodo. L’Ucraina si prepara a ratificare ad agosto l’Accordo di Partenariato Centennale con il Regno Unito, un patto che siglerà la partnership strategica tra i due Paesi per i prossimi cento anni. Un segnale forte di fiducia nel futuro, nonostante l’incertezza del presente.
Per Zelensky la “Coalizione dei Volenterosi” il nucleo del sostegno occidentale all’Ucraina, un gruppo di nazioni pronte a garantire formati di cooperazione in materia di sicurezza che vadano oltre l’immediato cessate il fuoco. Il premier britannico e il presidente francese Emmanuel Macron sono i principali promotori di questa organizzazione, che in passato ha attirato le dure critiche di Mosca.
Il piano militare dell’Ucraina: 1,5 miliardi per la difesa
Mentre la diplomazia scalpita, l’Ucraina non abbassa la guardia sul fronte militare. Il presidente Zelensky ha annunciato il successo della nuova iniziativa Purlo (Prioritised Ukraine Requirements List), che ha già raccolto 1,5 miliardi di dollari. Il meccanismo, nato in seno alla Nato, permette agli alleati di coordinare gli acquisti di armamenti statunitensi destinati a Kiev.
I finanziamenti sono così distribuiti: 500 milioni dai Paesi Bassi, altri 500 milioni dall’alleanza Danimarca-Norvegia-Svezia, e la Germania, già fondamentale per la fornitura di missili Patriot, che ieri ha aggiunto l’ultimo mezzo miliardo. “Ogni contributo nell’ambito di Purlo è un investimento diretto nella nostra capacità di difendere la vita del nostro popolo”, ha sottolineato Zelensky, che ora punta a coinvolgere anche il Regno Unito nel programma.
Il countdown verso l’Alaska
Tutti gli occhi sono ora puntati sull’Alaska, dove domani Trump e Putin si siederanno allo stesso tavolo segnando un momento storico del conflitto. La Commissione europea ha confermato che il presidente americano informerà sia Zelensky che i leader europei subito dopo l’incontro.
Il Cremlino, invece, non ha gradito le consultazioni degli europei. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri russo, Alexey Fadeye, l’Ue starebbe “sabotando” gli sforzi di pace di Stati Uniti e Russia.
“Consideriamo le consultazioni richieste dagli europei un’azione politicamente e praticamente insignificante. Gli europei sostengono a parole gli sforzi diplomatici di Washington e Mosca per risolvere la crisi ucraina, ma di fatto l’Unione Europea li sta sabotando”, ha affermato Fadeyev durante un briefing augurandosi che gli europei non ostacolino il “raggiungimento di accordi costruttivi” durante l’incontro di domani in Alaska.